THE FRIENDS OF EDDIE COYLE

Peter Yates

Sog.: dal romanzo omonimo di George V. Higgins. Scen.: Paul Monash. F.: Victor J. Kemper. M.: Patricia Lewis Jaffe. Scgf.: Gene Callahan. Mus.: Dave Grusin. Int.: Robert Mitchum (Eddie Coyle), Peter Boyle (Dillon), Richard Jordan (Dave Foley), Steven Keats (Jackie Brown), Alex Rocco (Jimmy Scalise), Joe Santos (Artie Van), Mitchell Ryan (Waters). Prod.: Paul Monash per Paramount Pictures 35mm. D.: 102’. Col.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Guardando al passato, i giovani cinefili cresciuti all’epoca dei multiplex possono rammaricarsi che nessuno faccia più film come The Friends of Eddie Coyle. La verità è che non li ha mai fatti nessuno. È un caso unico.

Kent Jones

 

Nell’inverno del 1972-73 il produttore Paul Monash, il regista britannico Peter Yates e un gruppo di attori che comprendeva Peter Boyle, Richard Jordan e Robert Mitchum, tentarono di realizzare l’equivalente cinematografico del primo romanzo del procuratore distrettuale George V. Higgins. L’immersione fu quasi totale: a un certo punto la produzione finì in balia degli autotrasportatori legati alla mafia irlandese di Boston e circolò la voce che Mitchum frequentasse il boss Whitey Bulger, in seguito portato sullo schermo da Jack Nicholson e da Johnny Depp. Con l’eccezione di una rapina in banca e di un movimentato tentativo d’arresto in un parcheggio, il film è soprattutto una sequenza di laconiche e sospettose conversazioni davanti a tavoli di plexiglass. Un mediatore contratta con un trafficante d’armi, il trafficante contratta con una banda di rapinatori, un poliziotto contratta con il suo informatore e l’informatore contratta con l’uomo che lavora per l’Uomo. Il libro di Higgins è tutto fatto di dialoghi: i personaggi sono definiti dal modo in cui raccontano la storia agli altri. Yates ottiene lo stesso effetto con altri mezzi. Il mondo della malavita non è mai stato così ordinario, umano e fatalista come in questo film. Mitchum, che interpreta un piccolo criminale a fine carriera, competente ma preoccupato da una possibile nuova condanna, è all’apice del suo talento.

Philippe Garnier

 

La recensione su Cinefilia Ritrovata

Copia proveniente da

per concessione di Park Circus