TEMPI NOSTRI (episodio Don Corradino)

Alessandro Blasetti

Sog.: Giuseppe Marotta. Scen.: Alessandro Continenza, Alessandro Blasetti. Dial.: Eduardo De Filippo. F.: Gabor Pogany. M.: Mario Serandrei. Scgf.: Guido Fiorini. Mus.: Alessandro Cicognini. Canzoni: Gorni Kramer. Aiuto regia: Luigi Filippo D’Amico, Isa Bartalini. Int.: Vittorio De Sica (Don Corradino Scognamiglio), Eduardo De Filippo (Amedeo Stigliano), Maria Fiore (Nannina), Vittorio Caprioli (Raffaele, il bigliettaio), Marilyn Buferd (turista americana), Carlo Pisacane (un vecchietto). Prod.: Cines, Lux Film, Lux de France C.C.F. 35mm. D.: 24′. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

“Nella scelta tra i tanti racconti proposti, tutti validissimi, non ha prevalso un criterio di valutazione personale ma quello di comporre uno spettacolo vario nei toni e nei ritmi che fosse anche, in un certo senso, una cronaca sommaria dei Tempi nostri“. La dichiarazione rilasciata da Blasetti poco prima dell’uscita in sala dello “Zibaldone n. 2” sintetizza sia l’intenzione del regista che uno dei motivi ricorrenti a cui fa appello la critica cinematografica per recensire negativamente il film. Da Alberto Moravia a Filippo Sacchi, da Pietro Bianchi a Ugo Casiraghi, tutti puntano il dito contro la frammentarietà, mettendo in discussione la validità stessa del genere a episodi. Un elemento che accomuna detrattori ed estimatori, tra i quali Gian Luigi Rondi, è il rilevare che questo prodotto cinematografico è vincente da un punto di vista commerciale, ma costringe il respiro del racconto a farsi corto e disarticolandosi a restare in superficie. Rivedendoli oggi, gli episodi mostrano ancora un’anima vitale che in pochi tratti essenziali sa dipingere la società italiana del dopoguerra che lotta contro la miseria, ma senza rinunciare all’ironia e alla comicità. Don Corradino ha come protagonista Vittorio De Sica che, grazie a Blasetti, che lo aveva voluto nella parte dell’avvocato nel Processo di Frine, riprende a pieno regime la sua carriera di attore, diventando, suo malgrado, una delle icone del cinema italiano degli anni Cinquanta e Sessanta. Blasetti mette in scena la quintessenza della napoletanità; servendosi del meglio che la cultura partenopea può offrire al cinema: De Sica, Eduardo De Filippo, e Giuseppe Marotta, autore del soggetto.

Michela Zegn

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