SPITE MARRIAGE

Edward Sedgwick, Buster Keaton

Sog.: Lew Lipton. Scen.: Richard Schayer. F.: Reggie Lanning. M.: Frank Sullivan. Scgf.: Cedric Gibbons. Int.: Buster Keaton (Elmer), Dorothy Sebastian (Trilby Drew), Edward Earle (Lionel Denmore), Leila Hyams (Ethyl Norcrosse), William Bechtel (Nussbaum), John Byron (Giovanni Scarzi), Hank Mann. Prod.: Lawrence Weingarten per MGM. DCP. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Si dice che Spite Marriage sia stato il primo film di Keaton realizzato seguendo una sceneggiatura completa, cosa in realtà già accaduta con The Cameraman. Di solito, nel cinema muto, è difficile stabilire quanti sceneggiatori abbiano lavorato a un film, ma in questo caso è tutto documentato: Keaton, Ed Sedgwick, Lew Lipton e Ernest Pagano ideavano le gag ed elaboravano le battute, mentre Schayer aveva il compito di riportare le loro idee su carta. Il copione di Spite Marriage è sopravvissuto fino ai nostri giorni, è divertente ma non particolarmente ispirato. […] Keaton raccontò a Rudi Blesh che fu per lui una battaglia senza fine. La discussione più animata riguardò la scena in cui si vede la donna a letto. La MGM era stata ammonita da Hays a causa di alcune scene osé in altri suoi film, e quando [il produttore] Lawrence Weingarten vide i giornalieri dispose di non mandarli neanche in sala di montaggio: “Nei miei film non voglio vedere questo genere di cose”. […] Sorprendentemente per un uomo che tutti identificano con il cinema muto, Keaton non era spaventato dal sonoro. Al contrario, fu lui stesso a chiedere di girare Spite Marriage utilizzando le nuove tecnologie, attirato però più dagli effetti che dalla possibilità di creare dei dialoghi. La MGM si dichiarò contraria. […] Weingarten pensava che la sua voce fosse piatta e monotona anche se, a dire il vero, il timbro baritonale di Keaton era perfetto per i primi anni del cinema sonoro. Probabilmente ciò che davvero preoccupava il produttore era l’accento proletario di Keaton e il timore che questo potesse limitare la gamma di ruoli che sarebbe stato in grado interpretare. Ovviamente questi timori erano infondati, tanto che, sempre per la MGM, Keaton superò questo stereotipo impersonando qualunque tipo di personaggio, incluso un professore universitario. Alla fine la MGM scelse per il film una musica anonima e utilizzò gli effetti sonori in maniera casuale, molto distanti da quello che Keaton aveva in mente. È interessante notare che il film fu programmato al Capitol subito dopo The Great Power (1929), un film completamente sonoro che in sei giorni di cartellone aveva riscosso risultati disastrosi. “È difficile descrivere a parole il sollievo che ho provato ad assistere ai vecchi numeri ingegnosi, se pur sciocchi, dell’ultima farsa di Keaton – scrisse Mordaunt Hall sul “New York Times” – la sala, fino a quel momento permeata di tristezza e sofferenza, si è ridestata in uno stato di gioia pura”.

Kevin Brownlow, Alla ricerca di Buster Keaton, Edizioni Cineteca di Bologna, Bologna 2009

 

La recensione su Cinefilia Ritrovata

Copia proveniente da

Restaurato nel 2020 da Cineteca di Bologna in collaborazione con The Criterion Collection e Warner Bros. Il restauro è stato eseguito in 4K a partire dal duplicato negativo preservato da Warner Bros. ed è stato realizzato presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata