SHERLOCK HOLMES

William K. Howard

Sog.: dalla pièce Sherlock Holmes di William Gillette. Scen.: Bertram Millhauser. F.: George Barnes. M.: Margaret Clancy. Scgf.: John Hughes. Int.: Clive Brook (Sherlock Holmes), Miriam Jordan (Alice Faulkner), Ernest Torrence (professor Moriarty), Herbert Mundin (George, the publican), Reginald Owen (Dr. Watson), Howard Leeds (Little Billy), Alan Mowbray (Colonel Gore-King), Montague Shaw (Judge Erskine). Prod.: Fox Film Corp. DCP. D.: 69’.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Non l’adattamento più rispettoso di Sherlock Holmes ma sicuramente il più elegante, il film del 1932 di William K. Howard sembra quasi prefigurare James Bond proponendoci un Holmes (Clive Brook) ironico e pronto all’azione, con un’incantevole fidanzata bionda (Miriam Jordan), un laboratorio pieno di aggeggi tecnologici e un professor Moriarty adeguatamente fuori scala interpretato dal grande attore del muto Ernest Torrence (Steamboat Bill, Jr.) in quello che sarebbe stato il suo ultimo ruolo importante. Anche il personaggio di Moriarty appare perfettamente al passo con i tempi: il suo piano diabolico consiste nell’imporre ai pub londinesi un racket di estorsioni di stampo americano.

Era la terza volta che Brook vestiva i panni di Holmes dopo un paio di film alla Paramount, e pare che si fosse strenuamente opposto all’approccio disinvolto di Howard (che non risparmiò al celebre detective un’apparizione en travesti) e alla sua tendenza a improvvisare sull’opera teatrale di William Gillette, cui il film si ispira seguendo le orme dello stesso Gillette nel 1916 e di John Barrymore nel 1922. Lo sceneggiatore accreditato, Bertram Millhauser, lavorò poi a diversi film della serie basata su Sherlock Holmes e interpretata da Basil Rathbone negli anni Quaranta.

Howard dà qui libero sfogo al suo repertorio di trucchi: effetti di profondità di campo, panoramiche veloci, stacchi bruschi, soggettive e scene girate in controluce. Il suo approccio non convenzionale alla struttura narrativa è brillantemente illustrato dalla sequenza dell’evasione raccontata per mezzo di flashback. Un’esperienza di puro piacere offerta da un maestro all’apice della sua creatività, qui in una disposizione piacevolmente scherzosa.

Il celebre detective frutto della fantasia di Sir Arthur Conan Doyle appare qui in una veste completamente diversa grazie alla brillante sceneggiatura di Bertram Milhauser. Abbiamo sempre visto il grande detective agire in solitaria, ma qui egli dispone di una relazione amorosa con un’incantevole ragazza e di un giovanissimo assistente che sembra padrone del metodo astutamente deduttivo quanto lo stesso Holmes. William K. Howard dirige magistralmente la storia e George Barnes procura gli effetti misteriosi necessari alle produzioni di questo tipo.

Arthur Forde, “Hollywood Filmograph”, 12 novembre 1932

 

La recensione su Cinefilia Ritrovata

Copia proveniente da

Restaurato nel 2017 da MoMA presso il laboratorio Cineric