SERPENTIN FAIT DE LA PEINTURE

P.: Films Louis Nalpas (Nice) L.: 575m, D.: 20’, bn, 35mm

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

In questa produzione degli anni Venti abbiamo un film assai curioso: il mediometraggio Serpentin fait de la peinture (1922), da un soggetto di Machin e di Marcel Lévesque, che vi interpreta la parte principale, come anche in un altro Serpentin (Serpentin a engagé Bouboule, 1920), purtroppo perduto. (Bouboule, naturalmente, è un cane!). Curioso perché si tratta di uno dei rari film in cui traspare l’erotismo. A cominciare dal soggetto, poiché si tratta di un professore di disegno che, contestato dagli allievi e tiranneggiato dalla moglie, decide di ritirarsi a dipingere la natura e si trova coinvolto in una stravagante serie di situazioni piccanti. La durata del film (si tratta di un mediometraggio) non è irrilevante, credo, ai fini della sua riuscita, consentendo l’introduzione di scenette che potrebbero a loro volta costituire altrettanti cortometraggi (come quelli degli anni Dieci, vorrei aggiungere!). Serpentin si compone in effetti di tre o quattro quadri agresti che si potrebbero intitolare: Serpentin et les nymphes sylvestres; Serpentin fait un portrait aux champs; Serpentin et les belles naïades. Il tono è leggermente salace, le situazioni maliziose, e la natura immersa in una luce meravigliosa, ulteriormente arricchita dalle numerose sovrimpressioni (l’equivalente delle “immagini-apparizioni” di un tempo?). Abbiamo la più completa libertà non soltanto negli intenti, ma pure nella loro realizzazione[…]”. (Eric de Kuyper)

Copia proveniente da