ROSAURO CASTRO

Roberto Gavaldón

Scen.: Roberto Gavaldón, Roberto O’Quigley, José Revueltas. F.: Raúl Martínez Solares. M.: George Crone. Mus.: Antonio Díaz Conde. Int.: Pedro Armendáriz (Rosauro Castro), Carlos López Moctezuma (Don Antonio), Arturo Martínez (García Mata), María Douglas (Marta), Carlos Navarro (Chabelo Campos), Mimí Derba (donna Margarita), Antonio del Puerto (Ángel Castro), Rogelio Fernández (Fidel), Isabel del Puerto (Esperanza). Prod.: Pedro Armendáriz, Roberto Gavaldón, César Santos Galindo per Cinematográfica Azteca. DCP. D.: 83’. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Rosauro Castro rientra in un periodo importante della filmografia di Roberto Gavaldón. Accanto a opere come La barraca (1944), La otra (Vita rubata, 1946), La diosa arrodillada (La dea inginocchiata, 1947) e En la palma de tu mano (Nel palmo della mano, 1950), dà forma a un particolarissimo universo tragico nel quale i personaggi sono costretti a far fronte a un destino avverso – che quasi sempre deriva dal loro ambiente sociale – o finiscono per soccombere alle loro più profonde e oscure passioni.
Questo universo può essere compreso facendo riferimento al genere di storie e di personalità che abitano il mondo del film noir – femmes fatales, uomini che sacrificano la vita alla passione, dialoghi barocchi impregnati di poesia e di fatalismo – e conferisce al cinema di Gavaldón un carattere cosmopolita che appare in netto contrasto con la maggioranza della produzione cinematografica dell’epoca. Gavaldón si avvalse di collaboratori come lo scrittore José Revueltas e il direttore della fotografia Alex Phillips, figure di prim’ordine che lo aiutarono a dare forma e coerenza estetica a questo personalissimo universo.
Rosauro Castro mostra un Messico rurale sempre più minacciato dalla modernità. Il film si svolge in un villaggio oppresso in cui niente può essere detto o fatto senza l’approvazione del personaggio eponimo, un capo abituato a imporre la sua volontà a tutto e tutti, dettando legge perfino sulla condotta dei suoi cittadini. Rosauro Castro esercita il suo dispotismo anche a casa, umiliando la moglie con le sue tante infedeltà davanti al giovane figlio. Tuttavia, la comparsa in città di una nuova figura istituzionale nei panni di un agente inviato dalla procura per indagare sull’omicidio di un avversario politico di Castro segna per il protagonista l’inizio della fine; saranno la passione e il dispotismo a spingerlo verso il suo destino.

Alejandro Pelayo

Copia proveniente da

Restaurato nel 2018 da Cineteca Nacional México a partire da una copia 35mm safety