Natural Resistance

Jonathan Nossiter

Sog., F., M.: Jonathan Nossiter. Int.: Corrado, Giacomo e Giulia Dottori, Valeria Bochi, Giovanna Tiezzi, Stefano Borsa, Elena Pantaleoni, Gian Luca Farinelli, Stefano Bellotti, Giulio Armani, Anna Pantaleoni. Prod.: Santiago Amigorena, Jonathan Nossiter, Paula Prandini, Giacomo Claudio Rossi per Les Films Du Rat, Goatworks Films, Prodigy. DCP. D.: 85′. Col.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Spesso, soprattutto oggi, il progetto di un film viene per anni discusso, rielaborato, limato prima di vedere la luce. A volte, invece, nasce come per una spinta interna, che travolge ogni ostacolo. Quando Jonathan Nossiter ha riunito a Pacina, sulla collina senese, quattro vignaioli e un direttore di Cineteca, alla fine dell’estate 2013, l’idea del film era molto lontana.
Sarà stata la tavola, il luogo magico, la compagnia bene assortita, le provocazioni di Jonathan, la sua capacità di girare in diretta, assieme a Paula, giocando con le sorprese dell’improvvisazione, ma mentre i cibi si preparavano, prendeva vita una discussione inedita sulle ragioni del nostro lavoro (di vignaioli e conservatori di film) e con essa si materializzava in Jonathan l’idea, la necessità di un film, Resistenza naturale.
Nossiter ha realizzato un film libero, coraggioso, riuscendo a combinare ragioni politiche e poetiche. Un film che affronta grandi questioni del nostro presente facendo dialogare i film con i vignaioli, creando una relazione inedita tra diverse culture. Tra chi si occupa della trasmissione del patrimonio cinematografico e chi della produzione del vino, secondo regole antiche.
Viviamo un’epoca di passaggio, tra due secoli, tra due millenni, dove l’unica certezza pare essere la necessità della rottamazione, distruzione fisica degli strumenti e dei luoghi del passato, cancellazione immateriale di culture ed esperienze.
Il cinema ha perso la sua centralità nell’universo dei media, le sale chiudono o si miniaturizzano, la pellicola viene sostituita dal digitale, ma mai come oggi tutti possono fare film e il linguaggio delle immagini in movimento permea la vita degli abitanti del pianeta Terra.
Per la prima volta nella storia dell’umanità il numero dei cittadini ha superato il numero degli abitanti delle campagne, eppure mai come oggi esiste e avanza una consapevolezza mondiale sulla necessità di riconsiderare i nostri stili di vita, di proteggere la terra, di rilanciare il lavoro nella campagna.
I vignaioli sono l’avanguardia di un movimento più ampio che chiede di riconsiderare le regole finanziarie che sono il motore degli stati moderni o sono un’ultima sacca di resistenza di un mondo destinato a essere cancellato? Le domande che pone Jonathan sono senza risposte, ma la sua provocazione coglie la complessità del nostro presente.
Compito di una cineteca oggi è attendere la sempre annunciata morte del cinema o aggiornare la propria politica emozionando e cercando di formare un gusto per le immagini più profondo e ricco di quello attuale, sempre più anestetizzato da film tutti uguali?
Nei festival come nelle fiere vinicole la ripetizione dell’uguale rischia di cancellare l’emozione della diversità, l’esperienza più preziosa della cultura umana. Gli anni che ci stanno di fronte sono cruciali per definire che mondo lasceremo ai nostri figli. Un mondo dove la cultura è messa all’angolo, che brucia ogni diversità come inciampo sull’altare della necessaria crescita economica, o un mondo che ha a cuore il futuro e che quindi fa tesoro della sua memoria? Resistenza naturale è un piccolo contributo a questa riflessione.

Gian Luca Farinelli

 

 

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