Maldone

Jean Grémillon

T. alt.: Olivier Maldone. Scen.: Alexandre Arnoux. F.: Georges Périnal, Christian Matras. Mo.: Emmanuel Nicolas, Henriette Pinson. Scgf.: André Barsacq. Mu.: Marcel Delannoy, Jacques Brillouin su temi di Maurice Jaubert, Claude Debussy, Jean Grémillon, Érik Satie, Darius Milhaud, Arthur Honegger. Int.: Charles Dullin (Olivier Maldone), Marcelle Charles Dullin (Missia), Geymond Vital (Marcellin Maldone), André Bacqué (Juste Maldone), Georges Seroff (Léonard), Roger Karl (Lévigné), Annabella (Flora Lévigné), Génica Athanasiou (Zita), Edmond Beauchamp (lo zingaro), Daniel Lecourtois (un ballerino), Isabelle Kloucowski (la zingara), Mathilde Alberti (la droghiera), Lucien Arnaud (un viaggiatore), Gabrielle Fontan (la contadina), Charles Lavialle (il contadino). Prod.: Société des Films Charles Dullin. Pri. pro.: 29 febbraio 1928 35mm. L.: 1857 m. D.: 90’ a 18 f/s. Bn. 

info_outline
T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Il distributore decise di tagliare un terzo del film, che fu così ridotto da 4.200 a 2.800 metri. È oggi la sola versione che ci rimane, e che è stata brillantemente restaurata da Les Archives du Film per impulso soprattutto di Arte France. Questo restauro beneficia di una nuova registrazione delle musiche scelte per la ‘prima’ dallo stesso Jean Grémillon, musiche preesistenti e originali il cui elenco può sembrare disparato; ma la loro unità, dovuta agli arrangiamenti, dona al film una coerenza supplementare, e la loro successione permette anche cambiamenti di ritmo molto significativi. Il cineasta effettua anche a tratti un doppio lavoro di lettura del film attraverso la musica perché questa, a due riprese, nelle sequenze di ballo simmetriche (il ballo popolare della Saint-Jean, il ballo chic in frac di una serata in un cabaret), svolge sia una funzione diegetica […] sia di commento all’azione, come è proprio di ogni musica da film. Un uso così intelligente della musica all’epoca del cinema muto […] non sorprende, quando si conosce il percorso musicale del cineasta, che aveva cominciato col guadagnarsi la vita accompagnando film muti al pianoforte e che compose da solo la musica dei suoi ultimi film, tutti documentari. Anche se il cinema muto ha raggiunto la maturità alla fine degli anni Venti […], è possibile immaginare che la complessità narrativa del film, che adotta abbondantemente il montaggio alternato (da sequenza a sequenza, ma anche da inquadratura a inquadratura) e flashback, e la sua trasgressione sociale (il rifiuto del protagonista di essere un proprietario borghese, la nostalgia di quando era un bracciante, il rifiuto del decoro borghese del matrimonio, l’attrattiva dell’erotismo carnale della bohème) abbiano potuto innescare delle reazioni negative o delle incomprensioni. […] Maldone intraprende il suo percorso tra il dominio familiare, basato sui privilegi di classe, che ha rifiutato, e gli spazi umili, come quelli del canale di Briare che ha scelto per condurvi la sua vita. […] Tutta la dinamica del film si esprime in questo rapporto sociale costantemente percorso in un senso o nell’altro e attraverso una regia che, in modo virtuoso, esprime la totalità dello spazio definito dai punti di vista della plongée e della contre-plongée.
(Hubert Niogret, Maldone. Ton ennemi est en toi, “Positif”, n. 494, aprile 2002)

 

Copia proveniente da