MAGICIAN: THE ASTONISHING LIFE AND WORK OF ORSON WELLES

Chuck Workman

F.: John Sharaf, Tom Hurwitz, Michael Lisnet. M.: Chuck Workman. Int.: Simon Callow, Christopher Welles Feder, Norman Lloyd, Julie Taymor, Peter Bogdanovich, William Friedkin, Elvis Mitchell, Jonathan Rosenbaum, Henry Jaglom, Joseph McBride, Peter Brook, Walter Murch, Eric Sherman, Costa-Gavras, Richard Linklater, Oja Kodar, Sydney Pollack, Paul Mazursky. Prod.: Charles S. Cohen per Cohen Media Group · DCP. Bn e Col.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Uno studio approfondito della vita e della carriera di Orson Welles esigerebbe la durata di una miniserie, ma in Magician: The Astonishing Life and Work of Orson Welles Chuck Workman riesce efficacemente a cogliere un bel po’ di punti salienti procedendo a grandi balzi. Frugando tra i progetti incompiuti del versatile genio, il mago del documentario e del montaggio tenta inoltre di smentire la vulgata secondo cui Welles avrebbe avuto paura di completare i progetti; come mostra il film, il regista era sempre al lavoro, nonostante fosse costantemente a corto di finanziamenti. […]
La saga di Welles è stata raccontata tante volte, anche in una serie di valide biografie, e non si può dire che qui ci siano informazioni o spunti nuovi. Ma Workman sa ben ricreare visivamente il mondo in cui Welles viveva e lavorava. Nessun altro si era mai preso la briga di andare a Woodstock, Illinois, per filmare il teatro in cui Orson, adolescente, allestiva e interpretava le sue prime produzioni shakespeariane, o è riuscito a restituire con tanta intensità il soggiorno europeo degli anni Cinquanta (sentiamo Welles parlare un italiano appena passabile) che lo fece conoscere come il pioniere del cinema americano indipendente del dopoguerra.
I punti di forza di Workman, instancabile topo d’archivio, danno qui ottimi risultati proponendo rarissimi filmati documentari presi da varie fonti internazionali, spezzoni di opere incompiute, provini girati dallo stesso Welles (Don Quixote, The Deep, The Merchant of Venice, King Lear, The Other Side of the Wind, The Dreamers e altri) ed estratti spesso insoliti di vecchie ma interessanti interviste con figure ormai scomparse (John Houseman, William Alland, Robert Wise, Pandro S. Berman, Richard Wilson, Michael MacLiammoir, Suzanne Cloutier, Peter Viertel, Anthony Perkins). […]
Agile più che analitico, e incline ad accantonare giudizi psicologici su una figura enormemente complessa, Magician si assume con piglio energico e vivace il meritevole compito di coinvolgere spettatori forse poco al corrente della vita e dell’opera di Welles, risultato che può solo giovare a un artista costantemente oggetto di nuove scoperte e di nuove interpretazioni.

Todd McCarthy, “The Hollywood Reporter”, 16 settembre 2014

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