Long Men Kezhan

King Hu

[La locanda del dragone] T. int.: Dragon Inn. T. alt.: Dragon Gate Inn. Scen.: King Hu. F.: Hui-Ying Hua. M.: Hung-Min Chen. Mus.: Lan-Ping Chow. Int.: Ling-Feng, Shang Kuan, Jun Shi, Ying Bai, Feng Hsu, Chien Tsao, Han Hsieh. Prod.: Yung-Fong Sha per Union Film Company. DCP. D.: 111′.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

In Long men kezhan è chiaro che King Hu si stava allontanando dalle convenzioni narrative occidentali. All’inizio del film si fissano le coordinate storiche e sociopolitiche della vicenda, e la mole di informazioni è tale da rendere quasi impossibile assimilarla; alla fine, dopo aver affrontato difficoltà apparentemente insormontabili, molti personaggi eroici muoiono. Erano situazioni insolite per gli spettatori abituati al cinema hollywoodiano. Dal punto di vista stilistico, Hu elabora e dilata il crescendo che porta alle battaglie nella locanda e ‘gioca’ con la composizione delle inquadrature e con il montaggio ritmico, sottolineando l’aspetto formale. Iniziamo a percepire l’intensità dello sguardo dei personaggi. Qui la star femminile, Ling-Feng Shang Kuan, assume un ruolo di spicco: la sua Zheng Peipei si traveste da uomo e finge di essere Zhu Hui, il ‘fratello’ di Zhu Ji (interpretato da Shue Han). Hu fa seguire alla lunga introduzione 15 straordinari minuti di riprese in esterni, dove ogni singola inquadratura è splendidamente composta e dove i variopinti costumi storicamente accurati sono contrapposti a un paesaggio spento, grigiastro e roccioso. Ancora più sorprendente è la scena in cui Zhu Hui fa ritorno alla locanda e combatte con Mao Zongxian (interpretato da Han Yingjie), l’agente di un eunuco (personaggi ricorrenti nei film di Hu). Volano le frecce, le acrobazie sono rese ancora più dinamiche ed eccitanti grazie al formato panoramico e al montaggio costruttivista, e nel turbinio di immagini in cui i personaggi o gli oggetti si limitano talvolta a sfiorare i margini dell’inquadratura, lasciando allo spettatore il compito di colmare le lacune visive – tecnica che David Bordwell definisce “glimpse”, balenìo – Hu si rivela vero maestro dell’azione cinematografica. Inoltre, Long men kezhan è il film che sviluppa in maniera più evidente i principi e gli effetti derivati dall’Opera di Pechino. Long men kezhan batté tutti i record di permanenza nelle sale con 105 giorni di programmazione a Taipei, superando al botteghino anche i film di Hong Kong e diventando il titolo in lingua cinese di maggior successo a Taiwan. Riscosse un successo enorme anche in Corea del Sud e nel Sud-est asiatico, e nel 1968 trionfò a Hong Kong […].

Peter Rist, King Hu. Experimental, narrative filmmaker, in Cinema Taiwan. Politics, Popularity and State of the Arts, edited by Darrell William Davis and Ru-shou Robert Chen, Routledge, London-New York 2007

 

Il restauro digitale in 4K è stato realizzato dal Chinese Taipei Film Archive presso il laboratorio L'Immagine Ritrovata a partire dal negativo. Il direttore della fotografia ha supervisionato il color grading