L’HÉRITAGE DE LA CHOUETTE

Chris Marker

Sog.: da un’idea di Jean-Claude Carrière. Scen.: Chris Marker. Int.: André Dussollier (voce narrante). DCP. Col.
Episodio 1: Symposium ou les idées reçues
Interviste a: Jean-Pierre Vernant, François Lissarrague, Viatcheslav Ivanov, Marios Ploritis, Mark Griffith, John Winkler, David Halperin, Nancy Laughlin, Michael Nagler, Michel Jobert, Lee Kaminski, Iannis Xenakis, Manuela Smith, Cornelius Castoriadis, George Steiner. D.:26’
Episodio 2: Olympisme ou la Grèce imaginaire D.:26’
Episodio 3: Démocratie ou la cité des songes
Interviste a: Elia Kazan, Mihalis Sakellariou, Cornelius Castoriadis, Oswyn Murray, Angélique Ionatos, Michel Jobert, John Winkler, Evi Touloupa. D.:26’

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Il progetto si basava su un concetto molto chiaro: esplorare l’eredità della Grecia antica nelle nostre società. Proponendosi di abbracciare la totalità, da questo punto di vista era un progetto rosselliniano che si occupava allo stesso tempo di scienze, arti, politica, antropologia, storia. […]
Negli anni Sessanta e Settanta Marker era stato molto attivo sul versante della controinformazione, dei contro-reportage… A un certo punto si mise a fare televisione e la fece sul serio, proponendo episodi di 26 minuti, ciascuno costruito attorno a una di queste dodici parole, poi esagerò come i buoni pasticcieri e gli episodi diventarono tredici. […]
L’umorismo si coniuga al talento nell’uso delle parole, in particolare nelle introduzioni e nelle transizioni, cosa che solitamente la televisione non sa fare. All’interno di ogni episodio Marker fa un uso molto libero, inventivo e metaforico dei riferimenti cinematografici e dei materiali d’archivio visivi e sonori. E poi c’è un inatteso senso della narrazione seriale. È brillantissimo.
Il materiale fu organizzato in sede di montaggio. Ma la scelta formale principale, e a pensarci la più sorprendente, riguarda le conversazioni a quattr’occhi. […] A questi colloqui realizzati in giro per il mondo dedicò due anni, il 1987 e il 1988.

Thierry Garrel

Chris Marker voleva fare questo film. La Fondazione Onassis glielo finanziò. Chris riunì davanti alla sua macchina da presa filosofi, scrittori, logici, uomini politici e artisti per discutere in tredici episodi di immaginario, musica, interiorità, matematica, senso della storia, misoginia, insidie del desiderio, verità della menzogna, nostalgia e preconcetti per concludere con gli ateniesi e la civetta, simbolo del sapere e di Atene.
Dire che il film è appassionante è un’ovvietà. Dire che il film ha conosciuto peripezie che l’hanno allontanato dal pubblico è una triste realtà. Quanto alle ragioni di questa assenza, esse non corrispondono – tutt’altro – ai temi principali del film, che sono la saggezza e la libertà.
La Fondazione Onassis, nella sua ritrovata saggezza, ha accettato di affidare il film di Chris Marker L’Héritage de la chouette alla Cinémathèque française. La Cinémathèque française lo affida a sua volta agli spettatori secondo il principio che è la sua ragion d’essere: mostrare. Ed esprimere così la sua entusiastica ammirazione per Chris Marker, l’uomo e la sua opera.

Costa-Gavras 

Copia proveniente da