LE 6 JUIN À L’AUBE

Jean Grémillon

Scen.: Jean Grémillon. F.: Louis Page, Alain Douarinou, André Bac, Maurice Pecqueux. Mo.: Louisette Hautecœur. Mu.: Jean Grémillon. Su.: Maurice Vareille. Prod.: Coopérative Générale du Cinéma. Pri. pro.: 14 novembre 1945 35mm. D.: 41’. Bn. 

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Le 6 juin à l’aube è un ‘referto’, lo stesso che tracciava Goya nei Disastri della guerra, realizzato nella Normandia in rovine dopo i combattimenti dell’estate 1944 con un rigore che il documentario in genere non consente. La forma del racconto, l’alternanza di parti didattiche, dimostrative, esplicative e di sequenze puramente commoventi, la sintesi dei temi esposti, la briosità e l’efficacia dell’intervento della musica fanno di 6 juin à l’aube un esempio di lucidità e di arte nella strutturazione del racconto. Resta infine il documento chiave: il rapporto puro e semplice del carpentiere Le Guérin che, per una volta nella sua vita, per indicare agli aviatori alleati l’ubicazione delle batterie tedesche, fu osservatore e guida di un bombardiere. Un uomo viene bruscamente gettato in un mondo di cui non può comprendere nulla e, con le sue parole del quotidiano, racconta la propria storia. Questo semplice episodio di vita, filmato sistematicamente nello stile più scarno, deriva proprio da questo la sua forza tragica. Si pensi che la stessa situazione drammatica la troviamo in L’Espoir. Quale che sia la perfezione e la seduzione della forma di 6 juin à l’aube, che nessun distributore ha voluto e che soltanto alcune centinaia di spettatori hanno potuto vedere, è chiaro che un grande regista cinematografico non può limitarsi ad una simile intransigenza. Gli intenti di Grémillon, del resto, erano circoscritti: mostrare l’atrocità della condizione della Normandia. Il sistema di distribuzione cinematografica è tale che questo film, questo soggetto, erano ‘a priori’ colpiti da interdizione, qualsiasi lusinghiero successo avesse accompagnato, come in un’avventura troppo fortunata, le proiezioni del film in Inghilterra e negli Stati Uniti. In breve, per Grémillon, trascorso il momento delle riprese (settembre-ottobre 1944, luglio-agosto 1945), 6 juin à l’aube era soltanto il piccolo zucchero della penitenza.

Pierre Kast, Jean Grémillon, “Revue du Cinéma”, n. 16, autunno 1948

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