CORSO TRAGIQUE

Albert Capellani

Prod.: Pathé 35mm. L.: 240 m. D.: 13′ a 16 f/s.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

I film di questi anni sono anonimi e seriali, ed il più delle volte non cono­sciamo i nomi di chi partecipa sullo schermo né di chi sta dietro alla camera. E non abbiamo bisogno di conoscerli; sono la casa di produzio­ne e la serie di produzione ciò che definisce un film del 1905 o del 1908. Eppure, per quanto riguarda il programma del 1907, davanti ad Amourd’esclave, una sontuosa messinscena d’antichità, mi sono chie­sta per la prima volta: “Chi ha fatto questo film così raffinato?”. Bousquet fece il nome di Albert Capellani, e continuando a sfogliare nel suo cata­logo risultò che altri due film eccezionali nel programma del 1907 erano infatti di Capellani, ovvero il dramma femminile realistico e suggestivo Les deuxsoeurs e la giocosa féerie Pied de mouton: un’affettuosa celebrazione della quinta di cartone poco prima della sua scomparsa.

Ma qualcuno ha cercato di capire come sia potuto accadere che la sto­ria del cinema prima del 1920 sia stata sintetizzata per decenni nella linea Lumière-Méliès-Griffith e non in quella Lumière-Méliès-Capellani- Griffith? Una cancellazione di memoria sotto il comandamento della pro­paganda anti-cultura-borghese dei surrealisti? Capellani diffonde nei cinema a partire dal suo primo film – l’efficace Le chemineau del 1905, basato su un episodio dei Misérables di Victor Hugo – contenuti e quali­tà della cultura borghese, porta sullo schermo Zola, Hugo, Daudet – il suo Arlesienne del 1908 è andato purtroppo perso -, infonde ai suoi nume­rosi film fiabeschi (scènes des contes) e alle scene bibliche e storiche un’opulenza d’allestimento di buon gusto, adotta gli sviluppi più attuali della danza moderna e lavorerà con le sue star Stacia Napierkowska e Mistinguette; molto versatile, trova e utilizza per ogni genere i giusti mezzi. Nelle scènes dramatiques come Les deux soeurs e Mortelle idylle (1906) porta a valorizzazione per lunghi momenti nelle scene d’esterno l’effetto realistico della fotografia, in un modo per quel tempo senza precedenti. Ma non ne ha nemmeno bisogno, la sua forza cinematografica è tale che i fiocchi di neve di ovatta in Le chemineau sembrano terribilmente freddi. Albert Capellani è nato nel 1870, formazione d’attore (come suo fratello Paul, che lavorerà per la Pathé) al Conservatorio di Parigi. Quando entra alla Pathé, nel 1905, ha alle spalle un’attività d’attore al Théatre Libre di André Antoine e all’Odéon), di regista (con Firmin Gémier) e direttore amministrativo (del Music-Hall L’Alhambra). Nell’estate del 1908 è nomi­nato direttore della nuova Société cinématographique des auteurs et gens de lettres (S.C. A.G.L.), creata da Charles Pathé come risposta alla fondazione della Societé film d’art (febbraio 1908). Fino alla fine del 1908 Capellani realizza per la S.C.A.G.L. L’Arlesienne (perduto), L’homme aux gants blancs (in parte perduto) e L’assomoir (non programmato quest’an­no), che con i suoi 740m (circa 45′ a 16f/s) si avvicina alla durata del lun­gometraggio. (La prima proiezione, secondo quanto riportato da Bousquet, fu al Cirque d’Hiver a Parigi, il 21 dicembre 1908).

Mariann Lewinsky

 

Copia proveniente da

Restaurato nel 2008