CASABLANCA

Michael Curtiz

Scen.: Julius J. Epstein, Philip G. Epstein, Howard Koch. F.: Arthur Edeson. M.: Owen Marks. Scgf.: Carl Jules Weyl. Mus.: Max Steiner. Int.: Ingrid Bergman (Ilsa Lund), Humphrey Bogart (Rick Blaine), Paul Henreid (Victor Laszlo), Claude Rains (Louis Renault), Conrad Veidt (Major Strasser), Sydney Greenstreet (Ferrari), Peter Lorre (Ugarte), S.Z. Sakall (Carl), Dooley Wilson (Sam). Prod.: Hal Wallis per Warner Bros. Pictures. DCP. D.: 102’. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Ben sceneggiato da Julius e Philip Epstein, abilmente diretto da Michael Curtiz, che riesce a distogliere l’attenzione degli spettatori dai punti deboli della trama, e grazie soprattutto alla straordinaria accoppiata dei protagonisti, Casablanca è forse il miglior film della Bergman, e senza dubbio il più amato.
La nordica Bergman, con la sua luminosa femminilità, e Bogart, nella sua tipica caratterizzazione del tough-guy americano, vanno ben oltre l’immagine di due innamorati cinematografici professionali, di quelli che suscitano negli addetti al box-office la speranza d’un incasso record. Insieme, creano due personaggi indimenticabili, la cui interazione suscita sempre un fascino particolare.
Bogart, con tutto il suo brusco cinismo, esprime persuasivamente la stanchezza d’un idealista amareggiato. La Bergman, d’altro canto, ha la parte, ancora più difficile, d’una donna vulnerabile disperatamente in bilico tra passione e dovere. II suo vero amore, Bogart, è cambiato, ed ha deciso di vivere solo per sé, lasciando che gli altri s’arrangino come possono; suo marito, Henreid, è un fervido combattente antinazista. L’ardente ritratto di donna che la Bergman dipinge esprime il turbamento d’una creatura attratta da entrambi questi opposti temperamenti, e testimonia della sua forza e maestria d’attrice. In nessun altro ruolo Ingrid ha dimostrato altrettanto bene la sua capacità di suggerire contemporaneamente la passione romantica e il senso del dovere etico.
La combinazione Bogart-Bergman funziona perché i due fanno capire che i personaggi sono persone intelligenti e sensibili, legati da un rapporto maturo, e separati da avvenimenti che non è in loro potere controllare. Ingrid Bergman ha parlato delle difficoltà incontrate girando Casablanca, soprattutto di quella di dover usare un copione via via improvvisato. Il cast, ha ricordato, spesso non conosceva le battute del giorno dopo, e nessuno seppe come si sarebbe risolta la situazione di base della trama finché non fu girata l’ultima scena. Senza dubbio, quest’atmosfera d’approssimazione ha giovato ad attori che dovevano esprimere, appunto, un senso d’incertezza sul proprio destino, e comunque, questi piccoli problemi di sceneggiatura non hanno impedito agli autori di vincere, ex aequo, l’Oscar per il miglior soggetto.

Curtis F. Brown, Ingrid Bergman, Milano libri, Milano 1981

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