BÍLÝ RÁJ

Karel Lamač

Sog.: Karel Lamač. Scen.: Karel Lamač, Martin Frič. F.: Otto Heller. Scgf.: Bohuslav Šula. Int.: Karel Lamač (Ivan Holar), Vladimír Majer (Jakub Rezek), Anny Ondráková (Nina Mirel), Josef Rovenský (Tomáš), Saša Dobrovolná (la madre di Holar), Jan W. Speerger (poliziotto), Karel Schleichert (poliziotto), Karel Fiala (il guardiano della prigione). Prod.: Kalos. 35mm. L.: 2013 m. D.: 73’ a 24 f/s. Imbibito e virato

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Non c’è altro modo di sapere che cos’è davvero un film muto imbibito e virato se non vederne uno. Quindi venite a vedere Bílý ráj; non perdete l’esperienza unica di una copia positiva in bianco e nero, colorata per imbibizione e per viraggio, una copia vera e non un facsimile, un riversamento, un’approssimazione, una simulazione.
È un’esperienza stupenda, perché si può semplicemente prender posto e guardare il film, senza essere disturbati da dubbi e malumori su come dovrebbe o potrebbe essere, senza l’abituale sofferenza del non vedere mai un nero-nero né un bianco-bianco, e del constatare che di base è tutto in qualche modo sbagliato. Ed è una visione entusiasmante, con molti punti esclamativi. Lo scintillio della neve! L’azzurro e il bianco! C’è anche una trama – il bel protagonista accusato di un delitto commesso dal cattivo ragazzo, una madre malata, un’eroina cenerentola, inseguimenti e imprevisti – che non interferisce troppo con il piacere di trovarci in presenza di tanto traslucido splendore. Un capolavoro avrebbe reso più difficile capire quanto davvero può contare il colore; mentre questo amabile film medio, con il dream team cecoslovacco Karel Lamač e Anny Ondráková e l’inappropriato titolo White Paradise, dimostra al di là d’ogni dubbio che il colore può fare la differenza.

Mariann Lewinsky

Come raccontò l’assistente di laboratorio Frantíšek Rubáš, i colori furono oggetto di particolare attenzione: “Lamač portò dalla Germania ricette di tinte e coloranti all’anilina, e durante il tempo libero feci molti esperimenti per stabilire un preciso programma di viraggi e imbibizioni per ciascuna sequenza di Bílý ráj. Il risultato fu davvero splendido. Le scene sulle montagne assolate erano gialle, quelle serali e notturne erano blu, il tramonto era una combinazione di viraggio blu ed eosina rosa, gli interni illuminati dalle lampade al petrolio erano arancione, e c’erano altri effetti di colore, tutti scelti con estrema cura per dare un’impressione di naturalezza e sottolineare l’azione del film”. Il film esibisce effettivamente una gamma eccezionale di colori: tre diverse imbibizioni, viraggi blu e marroni e due combinazioni (viraggio blu e imbibizione gialla; viraggio blu e imbibizione rosa).
La fonte del restauro è stata una copia nitrato unica. Sotto la supervisione del Národní Filmový Archiv di Praga, un positivo in bianco e nero su supporto acetato prodotto dalla copia nitrato nel 1997 con procedimento di stampa sotto liquido è stato sottoposto a delicati viraggi e imbibizioni basandosi sui colori originali. Il restauro è stato effettuato nel 2016 da Jan Ledecký con un metodo che non richiede di tagliare e giuntare la pellicola.

Jeanne Pommeau

Restaurato nel 2016 da Jan Ledecký sotto la supervisione del Národní Filmový Archiv, a partire da una copia 35mm nitrato imbibita e virata