21/06/2025

Gli ospiti di domenica 22 e lunedì 23 giugno

Giornate ricche di ospiti al festival Il Cinema Ritrovato: domenica 22 giugno ci saranno una leggenda del teatro mondiale come Bob Wilson, una decana del cinema francese come Coline Serreau, due autrici italiane, Francesca e Paola Comencini, a parlare di un maestro del cinema italiano, il padre Luigi Comencini, una delle voci più originali del nostro panorama come Alice Rohrwacher; lunedì 23 giugno, l’alfiere dei padri del cinema, i fratelli Lumière, ovvero il direttore del Festival di Cannes Thierry Frémaux, un outsider dalla carriera infinita e rocambolesca come Ciro Ippolito, al Cinema Ritrovato con il stracultissimo Arrapaho.

 

Bob Wilson
Bob Wilson sarà al Cinema Modernissimo domenica 22 giugno alle ore 16.45 per presentare, a 40 anni di distanza, il film Robert Wilson and The Civil Wars, sul leggendario spettacolo, realizzato da Bob Wilson, con le musiche di Philip Glass e David Byrne, in occasione dei Giochi olimpici di Los Angeles del 1984. Wilson sarà al Modernissimo assieme ad Aaron Brookner, nipote di Howard Brookner che realizzò il film l’anno seguente, nel 1985. “Robert Wilson and The Civil Wars – racconta Aaron Brookner – cattura il visionario tentativo di Wilson di unificare sei produzioni teatrali internazionali in una monumentale opera globale per il Festival delle arti olimpiche del 1984 a Los Angeles. Il film ci immerge nell’universo creativo di Wilson, restituendo un ritratto incandescente del genio artistico che mette in luce la visione ambiziosa di Bob e le complesse realtà che si celano dietro i sogni creativi”.

Coline Serreau
E del 1985 è anche lo straordinario successo di Coline Serreau Tre uomini e una culla, dal quale venne tratto un paio d’anni dopo l’altrettanto popolare remake americano Tre scapoli e un bebé. Coline Serreau, a cui Il Cinema Ritrovato dedica un’intera rassegna, sarà in Piazza Maggiore, la sera di domenica 22 giugno, proprio per presentare Tre uomini e una culla, fresco di restauro per celebrare il 40° anniversario del film. “Ogni volta che giravo un film – ha detto la stessa Coline Serreau – mi dicevo che l’avrebbero visto cinquanta milioni di persone. Sono stata molto felice. Non ero affatto sicura che sarebbe accaduto, ma era ciò che desideravo. All’epoca, l’analisi del successo mi pareva ovvia: era il primo grande colpo al patriarcato, inferto con grande astuzia. È per questo che ha funzionato. Tre uomini e una culla è anche il rovesciamento di un grande mito: i Re magi e il Cristo, che stavolta è una bambina. È lei che porterà il cambiamento radicale nella visione del mondo. Volevo lanciare un missile, e il missile è arrivato a destinazione”.

Francesca e Paola Comencini
Francesca Comencini, fresca del successo ai Nastri d’Argento per il suo ritratto di famiglia Il tempo che ci vuole, sarà al Modernissimo la mattina di domenica 22 giugno, alle ore 11, assieme alla sorella Paola. Il Cinema Ritrovato va quest’anno alla scoperta di Luigi Comencini e per l’occasione vedremo uno dei suoi titoli meno conosciuti, ora riportato alla luce dal nuovo restauro realizzato dalla Cineteca di Bologna in collaborazione con Surf Film: La finestra sul Luna Park, firmato da Comencini nel 1957. “Insuccesso di pubblico alla sua uscita – ricorda il curatore della sezione Emiliano Morreale –, La finestra sul Luna Park è uno dei capolavori segreti del cinema italiano degli anni Cinquanta e il film più personale di Comencini nel decennio. Aldo, operaio emigrato all’estero, torna a casa dopo la morte della moglie e deve ricostruire il rapporto col figlio Mario, il quale in sua assenza ha trovato un sostituto in una figura opposta, Righetto, sottoproletario mite e fragile. Righetto vive alla giornata, ma è capace di riversare sul bambino un affetto che questi non trova altrove”.

Alice Rohrwacher
Reduce dalla presidenza di giuria della Camera d’Or all’ultimo Festival di Cannes, Alice
Rohrwacher sarà al Modernissimo per un incontro pubblico domenica 22 giugno alle ore 19.

Thierry Frémaux
E sempre dal Festival di Cannes arriva il suo direttore, Thierry Frémaux, questa volta in veste di
autore del suo secondo film dedicato ai fratelli Lumière, Lumière! L’avventura del cinema, in
programma lunedì 23 giugno, alle ore 18 al Modernissimo. Frémaux terrà anche una Lezione di cinema il giorno successivo, martedì 24 giugno, alle ore 12, sempre al Modernissimo.

Ciro Ippolito
E lunedì 23 giugno, alle ore 20 al Cinema Europa, c’è anche un personaggio che scompiglierà le carte del Cinema Ritrovato: Ciro Ippolito. Attore, produttore, regista, protagonista di mezzo secolo di cinema napoletano, istrione che porterà al festival il suo Arrapaho del 1984, titolo stracult, non a caso accompagnato anche dal critico stracult Marco Giusti, che così racconta il film: “Definito negli anni “l’oscenità al grado infantile (rumori compresi)” (Oreste Del Buono), “il più brutto film della storia del cinema italiano” (Morando Morandini), “capolavoro assoluto del cinema trash” (Roberto Poppi), Arrapaho è un folle western gay-demenzial-musicarello da subito amato dai ragazzacci degli anni Ottanta e poi cresciuto nel culto che giocava apertamente col trash, il basso costo, il cinema alla Monty Python. Tutto si deve dall’incontro tra il regista e produttore napoletano Ciro Ippolito e il gruppo musicale, allora attivissimo, degli Squallor, formato da Daniele Pace, Toto Savio, Alfredo Cerruti, Giancarlo Bigazzi, veri musicisti e discografici che giocavano col demenziale e avevano pubblicato l’album Arrapaho solo l’anno precedente. Nessuno aveva mai tentato un’operazione simile e nessun produttore, a cominciare da Goffredo Lombardo della Titanus, che poi produrrà il secondo film degli Squallor con Ciro Ippolito, Uccelli d’Italia, volle coprodurlo o distribuirlo. Girato in quindici giorni nei dintorni di Roma, con qualche repertorio riciclato da altri western, si avvale di un cast capitanato dall’attore svizzero Urs Althaus e dalla greca Tini Cansino, già stellina di Drive In, ai quali si uniscono gli stessi Pace e Cerruti, caratteristi del western, del cinema felliniano e della scena napoletana. Uscito a Ferragosto a Viareggio e in altre zone balneari, distribuito dallo stesso Ippolito, malgrado le pessime recensioni dei critici, diventa un successo immediato e, negli anni, un vero e proprio oggetto di culto”.