WOLVES OF KULTUR – Towers of Tears

Joseph A. Golden

15 episodi. Scen.: Joseph A. Golden. Int.: Leah Baird (Alice Grayson), Charles Hutchison (Bob Moore), Sheldon Lewis (Barclay), Betty Howe (Helen Moore), Austin Webb (Henry Hartman), Edmund Dalby (Mario Zaremba), Karl Dane (Carter), Frederick Arthur (Ernst Lang), Mary Hull (Marie Zaremba). Prod.: Pathé. 35mm. L.: 7576 m. D.: 320’ a 18 f/s. Bn.
Episodio 12: Towers of Tears (L.: 551 m. D.: 24’)

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Ci vogliono quindici noiosi minuti pieni di gente che legge o scrive o parla al telefono prima che gli infidi stranieri uccidano l’inventore e rubino i piani per costruire la sua patriottica invenzione, un siluro telecomandato. A questo punto entra in scena Alice Grayson (Leah Baird) e comincia l’azione, tutti inseguono tutti, un’auto cade da un ponte, da una botola si precipita direttamente nel sottomondo criminale, barbe e occhiali vengono strappati ai loro possessori e un vecchio cieco diventa un giovane detective. Alice spacca una bottiglia in testa a uno degli aggressori e ne prende a morsi un altro, è a suo agio con pistole e torture e, quando si traveste, è così graziosa con i baffi. “Questa donna è veramente intelligente!” dice uno dei Wolves. Abbiamo appena appreso – solo nell’episodio 8 – il nome del fedele chauffeur di Alice, Jim, e questi viene ucciso. Instancabilmente e ripetutamente (arrivati all’episodio 13 le didascalie diventano leggermente apologetiche) i nostri eroi, ormai una coppia, affrontano il pericolo e lo sfuggono, correndo, arrampicandosi, guidando, in sella a motociclette, a bordo di navi o tram, per boschi, laghi e caverne, su torri, cime e binari. L’ultimo episodio termina con una vasta sparatoria; d’improvviso veniamo sbalzati fuori dal nostro bel kolossal d’inseguimento, sulla scia di Victorin Jasset, e ci ritroviamo dentro uno sgradevole frammento di propaganda a cura della National Rifle Association. Ma niente può sminuire la gloria di questo serial, un vero e proprio kamasutra dei cliffhanger. Alcune delle sue trovate sono mozzafiato e restano insuperate. Non perdetevi quello dell’episodio 6; e se volete imparare da zero l’arte del cliffhanger, l’episodio 8 ve ne svelerà i primi segreti, e da lì potrete proseguire fino alle eccitanti posizioni proposte dagli episodi 11 e 13.

Mariann Lewinsky

Questo lavoro di conservazione e restauro, promosso da Lobster, è il risultato di una collaborazione internazionale: quindici capitoli per sedici archivi. Ciascun archivio si è occupato di un capitolo
12. Cineteca di Bologna