WISE BLOOD

John Huston

Sog.: dal romanzo omonimo di Flannery O’Connor. Scen.: Benedict Fitzgerald, Michael Fitzgerald. F.: Gerry Fisher. M.: Roberto Silvi. Mus.: Alex North. Int.: Brad Dourif (Hazel Motes), Ned Beatty (Hoover Shoates), Harry Dean Stanton (Asa Hawks), Dan Shor (Enoch Emory), Amy Wright (Sabbath Lily), Mary Nell Santacroce (proprietaria terriera), William Hickey (predicatore), John Huston (il nonno). Prod.: Michael Fitzgerald, Kathy Fitzgerald per Ithaca Productions, Anthea Film. DCP. D.: 106’. Col.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Wise Blood, tratto dal romanzo del 1952 di Flannery O’Connor su un fanatico religioso del Sud rurale, è uno dei film più sbalorditivi di John Huston. È così eccentrico, comico, sorprendente e inquietante che è difficile credere che non sia il debutto alla regia di un qualche enfant terrible anziché il trentatreesimo film di un uomo di oltre settant’anni la cui carriera ha conosciuto più alti e bassi di un decennio di mappe meteorologiche.

La simpatia di John Huston per i disadattati non si è mai espressa così profondamente come nella divertente storia di Hazel Motes, giovane reduce che torna dalla guerra – si suppone sia il Vietnam – ossessionato dall’idea di fondare una Chiesa di Cristo senza Cristo. Hazel Motes non è certo Elmer Gantry, e Wise Blood non è certo una denuncia delle lucrose truffe a sfondo religioso, anche se parla di salvezza. […]

I migliori film di Huston hanno sempre parlato in un modo o nell’altro di disadattati, da Il mistero del falco e Il tesoro della Sierra Madre al più recente L’uomo che volle farsi re, del 1975, passando per Giungla d’asfalto e La regina d’Africa […] Come tutti gli scrittori di razza, Flannery O’Connor crea un mondo a se stante e immediatamente riconoscibile, anche se molto bizzarro. Per quanto appaiano strani i personaggi e grotteschi gli eventi, in quel suo mondo si crede perché, tra le altre cose, possiede una coerenza interna.

È uno dei meriti di Wise Blood, liricamente folle e assolutamente avvincente anche quando non lo capiamo completamente. Girato nel Sud, il film ci offre paesaggi familiari nei quali però tutti appaiono leggermente scollati dalla realtà che conosciamo. Questo vale sia per la gente di passaggio, sia per uno come lo sceriffo (che appare in una breve spassosa scena), sia per i personaggi principali.

Il viaggio di Hazel verso la salvezza è terrificante, tormentato e violento; eppure l’effetto finale del film è esilarante, come sempre accade quando si assiste a una cosa realizzata così bene e senza alcuno sforzo apparente.

Vincent Canby, “The New York Times”, 29 September 1979

 

La recensione Cinefilia Ritrovata

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