VOYAGES À TRAVERS LE CINÉMA FRANÇAIS. Episode 6: Les Oubliés

Bertrand Tavernier

Int.: André Marcon (voce narrante). Prod.: Ciné Classic. DCP. D.: 120’. Col.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Questa serie di film, un progetto per il quale mi sono battuto per più di quattro anni, vuole essere un viaggio, un vagabondaggio attraverso il cinema francese. Qui non c’è un approccio storico o universitario, ma un atto di riconoscenza e di gratitudine verso tutti coloro che mi hanno appassionato, scosso, arricchito. Tutti coloro che si sono battuti per il cinema e grazie ai quali esercito questo mestiere. Faccio partire i Voyages agli inizi del cinema sonoro con René Clair e li interrompo nel 1970, l’anno in cui sono passato alla regia (come Scorsese nel suo film sul cinema americano), per evitare conflitti d’interesse. In questa lunga traversata il film si è costantemente reinventato sul filo delle scoperte, dei colpi di fulmine e dell’accessibilità del materiale senza che le scelte iniziali – fare un film di gratitudine, d’ammirazione, personale, soggettivo – fossero messe in discussione.
Parlo ancora una volta di cineasti che ho conosciuto bene, Resnais, Grangier, Autant-Lara; con cui e per cui ho lavorato (Rohmer, Deville, Deray, Giovanni) o che ho sfiorato (Chenal, Tati) personalmente o attraverso i loro collaboratori (Trauner, Aurenche, Prévert, Audiard). Ma anche di tutti coloro che rimpiango di non aver incontrato: Jean Grémillon, Henri Decoin, Anatole Litvak, Maurice Tourneur, Charles Spaak. Tento di farli rivivere, di trasmettere i sussulti che mi hanno procurato i loro film, di ringraziarli per avermi illuminato la vita.
Lo ripeto, non sono né uno storico né un professore. Non posso né voglio essere esaustivo. Voglio semplicemente far scoprire o riscoprire opere intense caratterizzate da soggetti e toni sempre attuali, che ci parlano al presente, e i registi che mi hanno toccato profondamente. Far amare quel che ho amato. Come dice un proverbio cinese, “quando ti disseti a un pozzo, non dimenticare colui che l’ha scavato”.

Bertrand Tavernier

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