Vosstaniye Rybakov

Erwin Piscator

Sog.: dal romanzo Der Aufstand des Fischer von St. Barbara di Anna Saghers; Scen.: Willy Döll, Georgiy Grebner; F.: Mikhail Kirillov, Pyotr Yermolov; Mo.: M. Shitova; Scgf.: V. Kaplunovskiy; Mu.: N. Chemberdski, V. Fëre, F. Sabo; Su.: A. Gornshtein; Int.: Aleksei Dikij (Martin Kedennek), Dmitri Konsovsky (Andreas con il nome D. Konsovsky), Nikolai Gladkov (Gul), N. Izvolski, F. Ivanov (Nehr), Yudif Glizer, Vera Yanukova (Maria, la prostituta), A. Safroshin, Emma Tsesarskaya (moglie di Nehr), Vasili Kovrigin (Kerhus), Sergei Martinson (Bredel), A. Davidovsky, Konstantin Eggert, M. Volsky; Prod.: Mikhail Doller; Pri. pro.: 5 ottobre 1934. 35mm. D.: 88’. Bn.

 

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Il ‘Volksbühne’ e il ‘Piscatorbühne’ di Erwin Piscator (1893-1966) furono con Brecht al centro dell’attività teatrale di sinistra. Visto che molti dei grandi nomi del teatro del primo Novecento ci hanno lasciato dei film (Reinhardt, Antoine) o li hanno girati (Mejerchol’d, i cui due film sono andati perduti), possiamo essere felici che anche questa leggenda del teatro (le cui produzioni compresero molte opere di Gorkij, i Masnadieri di Schiller, lo Schwejk di Hašek e molto tempo dopo un Guerra e pace di fama internazionale) ci abbia lasciato un film, tanto più che era celebre il suo uso creativo del cinema sul palcoscenico, chiara dimostrazione del suo interesse nei confronti del nuovo mezzo espressivo.

Come sempre, anche i più grandi successi teatrali restano sempre un mistero per le generazioni successive (migliore è l’originale, tanto più orrende sono solitamente le riproduzioni filmate). La rivolta dei pescatori, l’adattamento di Piscator del potente romanzo di Anna Seghers, ha una presenza bruciante, e poco importa se l’esito finale può risultare disuguale. Le circostanze contribuirono certamente alla natura frammentaria del lm. Fu realizzato nell’Unione Sovietica, come in seguito Der Kampf di Gustav von Wangenheim, Professor Mamlock di Herbert Rappaport e altri film, a rispecchiare il moto contrario dei registi sovietici, da Pudovkin in poi, che lavorarono in Germania soprattutto sotto l’egida della Mežrabpom, la società che aveva già prodotto il film di Piscator nel 1931. Nel 1933 il suo impegno lavorativo si trasformò per ovvie ragioni in esilio politico. Fu un uomo dalle molte fughe: da Hitler, poi nel 1936 da Stalin (a dispetto o a causa del fatto che “in tutto il suo lavoro la Rivoluzione russa era un fattore decisivo”, come scrisse John Willett), e nel 1951 dall’America di McCarthy.

La rivolta dei pescatori è legato a Eizenštejn sia per lo stile scarno che per la ferocia delle immagini, a partire dalle inquadrature che ricordano il finale di Sciopero dove la violenza con cui vengono maneggiati i pesci allude direttamente al trattamento dei lavoratori usurpati. Seguono i fondamentali sulla natura del capitalismo e la sua economia, come in ogni agitprop che si rispetti, con una particolare insistenza sull’orrore del nazionalsocialismo (“socialismo in cui tutti i pesci, compresi gli squali, hanno gli stessi diritti”). Le scene di folla e la loro coralità evidenziata dalla regia sono un’indicazione diretta dello stile dell’uomo che, secondo uno storico del teatro, rappresentava “il più audace progresso compiuto dal teatro tedesco nel XX secolo”. Il film è insieme convincente e carente, dato che l’unidimensionalità dell’approccio di Piscator – una certa piattezza in tutto ciò che è “solo” individuale, la mancanza di una reale concatenazione tra gli episodi – è probabilmente molto più pronunciata che nelle sue opere teatrali. Per citare le parole di una dichiarazione programmatica di Piscator (“la didattica prende il posto della sensualità e la realtà documentaria quello della fantasia”), di fatto qui sono la tendenza didattica e la satira a prendere il sopravvento.

Dobbiamo essere grati per questa piccola prova materiale di una lunga carriera con tante svolte sorprendenti, compreso un Seminario a New York negli anni Quaranta che vide anche la partecipazione di Marlon Brando e di Tennessee Williams…

Peter von Bagh

Copia proveniente da