TREDICI UOMINI E UN CANNONE

Giovacchino Forzano

R, S. e Sc.: Giovacchino Forzano. F.:Mario Albertelli. Scgf.: Boris Bilimsky. Mont.: Mario Bonotti.In.: Fosco Giachetti, Filippo Scelzo, Egisto Olivieri, Carlo Duse, Carlo Romano, Mario Steni, Enrico Marroni, Piero Pastore. P.: Pisorno di Tirrenia. L.: 2302 mt.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Presentato alla Mostra di Venezia del 1936, del film vennero girate, sempre a Tirrenia, anche la versione tedesca (Dreizehn Mann, und eine Kanone, 1938, regia Johannes Meyer) e quella inglese (Thirteen Men and a Gun, 1939, regia Mario Zampi).

13 uomini e un cannone era uno dei titoli perduti della filmografia di Forzano, regista prediletto da Mussolini. È un’opera molto ambigua, sospesa tra la satira al militarismo, e l’adesione alle ideologie fasciste. Una straordinaria sequenza iniziale, con i soldati ridotti a fantocci resi ebbri dalla guerra, fa sperare in un film innovativo, ma poi il dialogo e l’impostazione teatrale, hanno la meglio sulle sperimentazioni linguistiche di Forzano.

“Durante la prima guerra mondiale, tredici soldati e un capitano austriaci sono addetti ad un cannone di lunga gittata, sul confine russo. Una notte l’artiglieria nemica concentra il fuoco sul cannone e lo distrugge. Chi ha tradito? Chi ha rivelato la posizione del pezzo? Il giorno dopo, all’alba, se il colpevole non confessa, ci saranno 13 fucilazioni. Ma il colpevole è una spia russa. Un tentativo nuovo e originale che, per genere e impianto, si stacca dal consueto repertorio. È anzitutto un film senza donne […], una storia di soldati […] che indubbiamente raggiunge un grande effetto di tensione e in certi punti di emozione […]. Accanto ai mezzi teatrali, Forzano ha impiegato, più vigorosamente che in altri film, anche mezzi spiccatamente cinematografici la scenggiatura è ricca e varia, la macchina da presa è usata con molta più abilità e speditezza, la recitazione, tranne qualche scena di concitazione eccessiva, è più aderente ai ritmo delle immagini.” (Filippo Sacchi, il Corriere della Sera, 3 settembre l936)