THE WIND
S.: Frances Marion. In.: Lillian Gish (Letty), Lars Hanson (Lige), Montagu Love (Roddy), Dorothy Cumming (Cora), Edward Earle (Beverly), William Orlamond (Sourdough), Laon Ramon, Carmencita Johnson, Billy Kent Schaefer. P.: Metro-Goldwyn-Mayer. 35mm. L.: 1981m. D.: 81’ a 22 f/s. Bn
Scheda Film
Nata a Springfield (Ohio) il 14 ottobre 1896, Lillian Gish vanta una delle carriere più lunghe tra le dive cinematografiche: il suo primo film è del 1912, l’ultimo (Whales of August, di Lindsay Anderson) è del 1987. Iniziò lavorando a teatro, nei primissimi anni del secolo, assieme alla sorella Dorothy, e nel 1903 era già ballerina in uno spettacolo di Sarah Bernhardt. Dal 1913 diviene l’attrice prediletta di Griffith che aveva conosciuto andando a trovare l’amica d’infanzia Mary Pickford alla Biograph. Protagonista, fra gli altri, di Birth of a Nation (1915), Broken Blossoms (1919) e Orphans of the Storm (1921, assieme alla sorella), conclude la prima parte della sua carriera con le prestigiose regie di Victor Sjöström di cui parliamo in seguito.
Con l’avvento del sonoro la Gish preferì ritirarsi e tornare al teatro, dove ottenne ancora ottimi successi in Amleto, Delitto e castigo. Nel secondo dopoguerra si riaccostò al cinema con una serie di precise caratterizzazioni, tra cui quella della madre in Duel in the Sun, dell’anziana amministratrice di clinica psichiatrica in The Cobweb di Minnelli, della contadina che salva i ragazzini da Mitchum in Night of the Hunter o della madre morente di A Wedding di Altman.
Avevo firmato un contratto di due anni, promettendo che avrei fatto sei film. The Wind era il quarto. Io lo scelsi e perciò era un mio film. Il precedente, Annie Laurie, non era stato un successo. Non avevo chiesto di farlo e certo non avevo controllato nessun momento della sua realizzazione. Ma The Wind era mio, lo avevo scelto ed ero disposta a combattere per lui. Improvvisamente Mr. Thalberg disse: “Non sappiamo cosa fare con te. Il tuo lavoro è estremamente artistico, la tua scelta dei materiali è artistica e tu sei un’artista consacrata, tuttavia pensiamo di doverne discutere ancora”. Pensai che volesse chiedermi di fare qualche presentazione pubblica del film, una cosa che saltuariamente avevo già fatto con Griffith. Ma mi sbagliavo. Voleva che provocassi uno scandalo! Non potevo credere a quello che avevo appena sentito. Non capivo di cosa stesse parlando: mi stavo ancora prendendo cura di mia madre che aveva bisogno del mio aiuto. Dorothy era in Inghilterra, la cosa stava sui giornali. Dove avrei trovato il tempo per uno scandalo?
Prima che potessi dire di no, Mr. Thalberg mi sorrise e disse che ne avrebbe creato uno apposta per me. Niente di speciale. Solo una cosina per le riviste, qualcosa che mi buttasse giù dal mio piedistallo. Io non sapevo di che piedistallo stesse parlando. Io parlavo con tutti sul set, ero abituata ad essere amica della troupe fin da quando avevo mosso i primi passi nel cinema. (…) Mi alzai dalla sedia e, con grande diplomazia, dissi a Mr. Thalberg che mi sarei consultata con mia madre prima di prendere una decisione.
(Lillian Gish in S. Oderman, Lillian Gish. A Life on Stage and Screen, Jefferson and London, Mc Farland, 2000)