THE BIG RED ONE – DIRECTOR’S CUT

Samuel Fuller

T. it.: Il grande uno rosso; Scen.: Samuel Fuller; F.: Adam Greenberg; M.: Morton Tubor, Bryan McKenzie (versione 2004); Scgf.: Peter Jamison; Trucco: Blanche Shuler; Effetti speciali: Jeff Clifford, Peter Dawson, Kit West; Mu.: Dana Kaproff; Su.: Jack A. Finlay; Ass. R.: Arne L. Schmidt, Todd Corman; Int.: Lee Marvin (il Sergente), Mark Hamill (Griff), Robert Carradine (Zab), Bobby Di Cicco (Vinci), Kelly Ward (Johnson), Stéphane Audran (“Walloon”), Siegfried Rauch (Schroeder – German sergeant), Serge Marquand (Rensonnet), Alain Doutey (Broban), Maurice Marsac, Charles Macaulay, Colin Gilbert; Prod.: Gene Corman per Lorimar Productions; Richard Schickel (versione 2004) 35mm. D.: 138’.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Una volta Jonathan Rosenbaum mi disse che Sam Fuller non riconosceva alcun valore a Full Metal Jacket. Mentre Rosenbaum aveva espresso il suo entusiasmo per il film di Kubrick, Fuller non ne dimostrava alcuno: “È un manifesto per il reclutamento.” Certo non condivido la sua affermazione, ma l’ho apprezzata moltissimo, ancor più dopo aver visto la nuova versione di The Big Red One, pazientemente ricostruita da Richard Schickel, un altro che tiene molto al modo in cui la guerra viene rappresentata sullo schermo. Ridotto a 113 minuti nel 1980 in una versione maestosa (per Fuller), elegiaca e relativamente all’antica, oggi, con una durata di 2 ore e 40 (anche se lontana dalle 4 ore e mezza del mito) questo film di guerra ci fa vivere un’esperienza molto diversa. È un film che descrive l’inferno di chi vive la guerra, la sua tediosità, l’indifferenza di chi ha la fortuna di sopravvivere verso chi è destinato a morire. Insensibilità a parte, ma cosa sarebbe un film di Fuller senza di essa, quella che resta impressa è l’ultima battuta del film e della voce narrante finale: “La vera gloria della guerra è riuscire a sopravvivere”.

Kent Jones, Film Comment, May-June 2004

Copia proveniente da

Restaurato dallo storico e documentarista Richard Schickel a partire dal negativo camera