SYLVESTER
T. alt.: Sylvester – Tragödie einer Nacht. Scen.: Carl Mayer. F.: Karl Hasselmann, Guido Seeber. M.: Luise Heilborn-Körbitz. Scgf.: Klaus Richter. Mus.: Klaus Pringsheim. Int.: Edith Posca (la donna), Eugen Klöpfer (l’uomo), Frida Richard (madre), Karl Harbacher, Julius E. Herrmann, Rudolf Blümner. Prod.: Lupu Pick per Rex-Film AG. 35mm. D.: 59’
Scheda Film
All’uscita dalla proiezione di Sylvester, a Pordenone nel 1992, Enno Patalas era incantato da questo Kammerspielfilm degli anni di Weimar, un capolavoro creduto perduto e da poco ritrovato in Giappone, nella collezione Komiya. All’unisono elogiavamo la qualità vellutata della copia, e ben presto Patalas cominciò a valutare la possibilità di acquisirne una per il München Filmmuseum. In onore di Enno, scomparso nell’autunno del 2018, il Cinema Ritrovato presenta la stessa copia di Sylvester che lui allora vide, ammirò e desiderò con tutta la sua passione di storico e di archivista.
Mariann Lewinsky
Invitammo Enno Patalas a Bologna nel 1986, per la prima edizione del Cinema Ritrovato. Per me fu uno choc. Dirigeva un piccolo archivio municipale, molto simile per statuto e dimensioni a quello che allora era la Cineteca di Bologna, e faceva un lavoro straordinario che noi non avevamo nemmeno immaginato. Ricostruiva la storia del suo paese, ricostruendo i film di Lubitsch, Murnau, Lang. L’incontro con Enno fu una folgorazione e fu la mia vera università. Se decidemmo di creare un laboratorio di restauro a Bologna fu perché Vittorio Boarini, Nicola Mazzanti e io scoprimmo, grazie a Enno Patalas, il valore e il senso profondo del restauro cinematografico.
Gian Luca Farinelli
Sylvester – Tragödie einer Nacht è la quarta collaborazione di Lupu Pick e Carl Mayer dopo Der Dummkopf (1920), Scherben (1921) e Grausige Nächte (1921), e per Mayer è il terzo Kammerspielfilm dopo Scherben e Hintertreppe. Mayer scrisse anche il soggetto originale per la sceneggiatura di Die Straße (La strada, 1923), diretto da Karl Grune quasi nello stesso periodo. Sylvester è, in un certo senso, uno sviluppo di Die Straße laddove la descrizione della strada è simbolicamente soggetta alla rappresentazione del tumulto interiore del protagonista. Entrambi i film rimandano in questo all’importanza del tema della strada nei film della Neue Sachlichkeit (Nuova Oggettività).
Nel Kammerspielfilm le piccole cose della vita quotidiana che i film normali non trattano sono osservate come attraverso un microscopio: le variazioni psicologiche diventano importanti, e sono rappresentate non per mezzo delle didascalie ma attraverso i mutamenti anche minimi delle espressioni facciali. Queste sperimentazioni danno vita a un dramma forte, intenso, atipico. La macchina da presa non assiste solo a una tragedia familiare durante la notte di San Silvestro, ma entra dentro le cose e mostra infine il mondo stesso come ambiente, ciò che Lotte Eisner chiamò “Umwelt”. Nell’animismo che percorre tutto il film, le cose e il mondo sono visti come oggetti viventi. Il protagonista muore ma in questo mondo vivente nasce una nuova vita.
Hiroshi Komatsu