Skazanie O Zemle Sibirskoj
T. it.: La canzone della terra siberiana. T. int.: Tales of the Siberian Land. Sog.: Ivan Pyr’ev. Scen.: Evgenij Pomešcˇikov, Nikolaj Rožkov. F.: Valentin Pavlov. Mo.: Anna Kulganek. Scgf.: Artur Berger, Boris Cebotarev. Mu.: Nikolaj Krjukov (testi della canzoni di Evgenij Dolmatovskij). Su.: Valerij Popov. Int.: Vladimir Družnikov (Andrej Balašov), Marina Ladynina (Nataša Malinina), Boris Andreev (Jakov Burmak), Vera Vasil’eva (Nastenka Gusenkova), Sergej Kalinin (Komei Zavorin), Elena Savickaja (Kapitolina Kondrat‘jeva), Vladimir Zel’din (Boris Olenicˇ), Michail Sidorkin (Sergej Tomakurov), Grigorij Špigel’ (Grigorij Gelajda), Vladimir Ural’skij (Nosov). Prod.: Mosfil’m. Pri. pro.: 16 febbraio 1948 35mm. D.: 103’.
Scheda Film
Il Vas’ja di Alle sei di sera dopo la guerra perdeva solo una gamba. Invece Andrej ha perso l’anima, o almeno così crede. Un tempo era un compositore, ma durante la guerra è rimasto ferito e la passione per la musica lo ha abbandonato. Ora lavora in una cartiera. Rivede una cantante di cui era innamorato, ma non riesce a riconquistarla e parte per le zone più remote della Siberia per ridiventare l’uomo che lei amava: il risultato è una sinfonia sulla conquista di quelle terre. La canzone della terra siberiana è un’autentica Messa solenne mancata del tardo stalinismo: un’opera festosa sulla rigenerazione postbellica della nazione, nelle intenzioni, ma incapace di esserlo realmente. Il film è pervaso da una pacata dolcezza, da scettiche speranze e da cieche illusioni. Ovviamente Pyr’ev è felice di poter girare a colori: suscita meraviglia con i bianchi radiosi, i blu sfavillanti, la ricchezza delle tonalità che risplendono nei boschi. Una bellezza sublime, per quanto possa sembrare a tratti troppo vistosa. Eppure Skazanie o zemle sibirskoj rimane un’opera un po’ trascurata, forse perché non rientra perfettamente nel formato della commedia. Di fatto è un melodramma, che nel dopoguerra sarebbe diventato il genere preferito di Pyr’ev.