SINGIN’ IN THE RAIN
Scen.: Betty Comden, Adolph Green. F.: Harold Rosson. M.: Adrienne Fazan. Scgf.: Cedric Gibbons, Randall Duell. Mus.: Nacio Herb Brown, Arthur Freed. Int.: Gene Kelly (Don Lockwood), Donald O’Connor (Cosmo Brown), Debbie Reynolds (Kathy Selden), Jean Hagen (Lina Lamont), Millard Mitchell (R.F. Simpson), Cyd Charisse (ballerina), Douglas Fowley (Roscoe Dexter), Rita Moreno (Zelda Sanders), Madge Blake (Dora Bailey), Kathleen Freeman (Phoebe Dinsmore). Prod.: Arthur Freed per MGM. 35mm. D.: 103’. Col.
Scheda Film
L’onirismo della grande tradizione del musical hollywoodiano era negli anni andato vieppiù svanendo, mentre per forza di cose era invece rimasta la stilizzazione del canto e della danza. Il lavoro di Donen e Kelly, e specificamente Cantando sotto la pioggia, si situa in questo periodo di declino che però – bisogna notarlo – non è, o non è ancora, un momento di crisi. Anzi, proprio fra i Quaranta e i Cinquanta la MGM, casa-leader in ambito di musical, sfornerà una serie di pellicole forse non sempre eccelse ma comunque brillanti e gradevoli (talora addirittura sfarzose) che contribuiranno non poco a identificare il genere con la casa stessa. In effetti, i musical della Metro, poco importa il regista o la qualità dei singoli esiti, esibiscono tutti – senza distinzione – un look preciso e riconoscibile, una qualità patinata, coloratissima, smaltata, lucida e gaia quale nessuna altra produzione poteva vantare. Si osservi un prodotto contemporaneo della Columbia o della Fox: nessuno di essi esibisce l’accattivante morbidezza visiva di un musical Metro. I colori sono più cupi e gratinanti, e comunque meno nitidi e addolciti (Columbia), oppure decisamente vivaci ma di una qualità realistica che non basta il forte sfavillio delle luci a rendere gradevolmente fantasiosi e onirici. […] Cantando sotto la pioggia è nel suo insieme una forte, eloquente metafora di un’altra condizione critica del cinema hollywoodiano. Insomma, trattando della grande crisi causata dall’avvento del sonoro, il film allude in realtà a un’atmosfera e a una problematica che si riferiscono invece a una crisi, di altra natura ma non meno preoccupante, che si sarebbe verificata vent’anni dopo. […] Cantando sotto la pioggia è dunque una pellicola nostalgica, la rivisitazione di un passato forse non molto lontano nel tempo, ma situato ad anni-luce di distanza quanto a gusto, mentalità, moda, e naturalmente anche tecnologia.
Così lontano che la sequenza d’apertura con un’inquadratura dall’alto in campo lunghissimo della zona del Grauman ha il sapore di una scena presa di peso da un cartone animato: i colori, le luci, i movimenti in lontananza, le linee architettoniche non sembrano affatto veri (ricreati), ma appartengono piuttosto a un altro ordine di immaginario, quello di una realtà trasfigurata da una fantasia colorata e infantile, rutilante e microscopicamente grandiosa.
Franco La Polla, Stanley Donen, Gene Kelly. Cantando sotto la pioggia, Lindau, Torino 1997
Proiezioni
Da: Collezione privata di Martin Scorsese – George Eastman House per gentile cortesia di Sikelia Productions e Warner Bros.
Copia 35mm IB Technicolor stampata nel 1966