SEARCHING FOR MR. RUGOFF

Ira Deutchman

F.: Peter Gilbert. M.: Brian Gersten. Mus.: Leo Sidran. Int.: Ira Deutchman, Costa- Gavras, Robert Downey Sr., Jerome Gary, John Goldstone, Annette Insdorf, Lina Wertmuller. Prod.: Ira Deutchman. DCP.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Don Rugoff era uno di quei visionari del cinema che trasformano la passione in pulsione: per questo ebbe successo, e per questo fallì. Ma aveva un sogno, e Searching for Mr. Rugoff è un contagioso omaggio a quel sogno: un luogo in cui far vivere il cinema.

Owen Gleiberman, “Variety”, 23 novembre 2019

Nel 1975, dopo la laurea, mi misi a cercare un lavoro. […] Lo trovai in una compagnia chiamata Cinema 5. La conoscevo già, perché ai tempi del liceo e dell’università mi piacevano film come Endless Summer, Elvira Madigan, Putney Swope e Z. Non sapevo però che fosse gestita da un uomo notoriamente difficile di nome Donald S. Rugoff, o ‘Mr. Rugoff’, come lo chiamavano i suoi dipendenti. Nei tre anni successivi quell’uomo pazzo e geniale mi ha insegnato un’enorme quantità di cose sull’industria del cinema. Quello che ho imparato non solo è per lo più ancora valido, ma ha dimostrato di essere il DNA di tutto ciò che è considerato pratica comune nel mondo del cinema indipendente contemporaneo. Ed è in buona parte stato inventato da quest’uomo, oggi una figura praticamente dimenticata. Ci vollero anni prima che mi rendessi conto dell’impatto di Rugoff sulla mia carriera o sul percorso di ciò che chiamiamo ‘cinema indipendente’. Ma in tutti quegli anni non ho mai smesso di parlare di lui, soprattutto sfruttando in chiave umoristica le sue stranezze, il suo aspetto trasandato, la sua incapacità di restare sveglio durante le proiezioni e le riunioni, le sue poco invitanti abitudini alimentari. Mettevo poi in relazione la sua eccentricità con la scelta di sostenere tanti film atipici che nessuno si sarebbe sobbarcato e che in alcuni casi ebbero molto più successo di quanto ci si sarebbe aspettati. […] Con il senno di poi, dopo oltre quarant’anni di carriera nell’industria cinematografica, spero non solo di riportare in vita questo personaggio esuberante e significativo, ma di legare la sua storia a un contesto più ampio: alla natura ciclica del cinema indipendente, all’hybris che cosi spesso accomuna la gente del settore, e alla straordinaria capacità di conquistare l’attenzione del pubblico. E anche la storia tragica di un uomo di grande talento rovinato da problemi personali. 

Ira Deutchman

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