SCHLAGENDE WETTER

Karl Grun

S. e sc.: Max Jurgk e Julius Urgiss. F.: Karl Hasselmann. Scgf.: Karl Görge. In.: Liane Haid, Eugen Klöpfer. P.: Stern Film, Berlin. 35mm. L.: 900m. D.:40’ a 20 f/s.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Del film di Karl Grune è giunta a noi una sola copia d’epoca, nella versione italiana e mancante della seconda delle cinque parti originali. La copia è stata duplicata, cercando di riprodurre al meglio le colorazioni originali, sorprendentemente ricche per l’epoca e per il mercato italiano, visto che comprendono, oltre a viraggi e imbibizioni, anche sequenze colorate a mano.

Explosion è un film moderno. (Grune non sembra essere a suo agio nel genere storico.) Questo film non è moderno, nel senso più ricco del termine, solamente per la sua ambientazione: il presente, un milieu industriale. Piuttosto perché questa ambientazione per la prima volta assurge allo statuto della natura vivente. Montagne, boschi… anche in arte il paesaggio non sempre ha avuto un’anima vivente, ricca di sfumature corrispondenti ai sentimenti umani. Ma ancora in tempi molto recenti le macchine sembravano essere ‘morte’, e pertanto per l’arte inutilizzabili come motivo. […] Nel film di Karl Grune le macchine e il lavoro non sono cose morte, ma fatalmente legate agli uomini, alla vita; e questa è la cosa più significativa del film. Il montacarichi ha un volto, è inquietante come una nuvola temporalesca, il cui oscuro segreto racchiude benefici e morte. È un ferreo destino personificato, che guida le vite degli uomini. Il fumo della ciminiera è come il mare tempestoso e agitato per il marinaio, e quando le sirene urlano (poiché le si vede urlare) sono più inquietanti del balenare del fulmine. Lo spazio industriale è in questo caso divenuto un paesaggio in senso artistico”.

(Béla Balázs, Explosion, Der Tag, 6 aprile 1923).

 

Copia proveniente da