S. E. LA MORTE

Emilio Ghione

Sog., Scen.: Emilio Ghione; F.: Cesare Navone; Int.: Emilio Ghione (Za La Mort), Kally Sambucini (Albaspina); Prod.: Itala Film. Dvd [Estratato]. D.: 12′ Ca.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Ghione sintetizza così questo suo film: “Iniziai l’opera mia [all’Itala- Film] con la film Sua Eccellenza la Morte (…) riservando per me un’odiosissima parte [Za], che nel suo livido chiarore, d’amore, di delit­to e di rinuncia, ancora una volta ribadì la stima e l’ammirazione”. Un frammento del film è custodito presso il Gosfilmofond di Mosca e a tutt’oggi risulta l’unico conservato. (…) La regia di Ghione è descrittiva, minuziosa, tanto da risultare spesso prolissa (tanto quanto le didascalie). I ritratti dei personaggi principali sono molto curati, tanto che le prime due parti quasi non bastano a presentarli. Spesso il regista sce­glie di costruire il racconto attraverso il montaggio alternato, così strut­turato da rendere evidente la differenza tra il mondo di Albaspina e quello, squallido, della madre e di Za la Mort. La lettura della “descrizione” evidenzia un modello narrativo che non prevede un finale ras­sicurante, come spesso accade per la letteratura di appendice. La tra­gedia finale è la conferma della virata negativa che prende il film da quando entra in scena Za la Mort. La normalizzazione degli aspetti più inverosimili e inquietanti occupa con forza una dimensione quotidia­na, rivoluzionando le aspettative del pubblico che solitamente trovano soddisfazione nella punizione del malfattore, o nella sua catarsi.

Denis Liotti