RÊVE D’OPIUM

Stéphane Passet

Coreografia: Jeanne Chasles. Int.: Mlle. Roselly, M. Tien-Tchong. Prod.: Société des Cinématographes Azur (“Film en couleur et en rélief, procédé stéréo Parolini”). 35mm. L.: 298 m. 18 f/s. Col. (da una copia nitrato imbibita / from a tinted nitrate print).

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Questo balletto-divertissement incorniciato da cineserie è forse l’unica traccia rimasta di una produzione di film en rélief annunciata con tanto clamore e orgoglio nazionale (francese). Il procedimento Parolini non produceva un film 3D, ma era se si legge bene la descrizione su “Cinémiroir” del 28 luglio 1922 un dispositivo teatrale di luci e schermi semitrasparenti. Stéphane Passet (1875-1941), regista di Rêve d’opium, lavora dal 1912 per gli Archives de la Planète di Albert Kahn e si reca in missione in tutto il mondo; da due viaggi in Cina riporta più di settecento autochrome. Le cineserie non sono quindi casuali. Dopo la guerra lascia gli Archives de la Planète per dieci anni. Durante questo periodo gira almeno due film di finzione in tre dimensioni – La Belle au bois dormant (procedimento Parolini) e La Damnation de Faust (procedimento di sua invenzione) – ma resta in contatto con Jean Brunhes, direttore scientifico degli Archives de la Planète.

Mariann Lewinsky

 

Copia proveniente da