PUBLIC SPEAKING

Martin Scorsese

F.: Ellen Kuras; Mo.: Damián Rodríguez, David Tedeschi; Op.: Patrick Capone, Jack Donnelly, Carlos Omar Guerra, Chris Norr, David S. Tuttman; Ass. Op.: Sebastián Almeida, Richard Gioia, Daniel Keck, Dave Regan, Frank Rinato, Linda Slater; Mu.: Joe Rudge; Su.: Felix Andrew, Danny Michael, Peter Miller, Mark Roy; Int.: Fran Lebowitz, da materiale di repertorio: James Baldwin, William F. Buckley, Truman Capote, Pablo Casals, Candy Darling, Serge Gainsbourg, Oscar Levant, Thelonious Monk, Toni Morrison, Conan O’Brien, Eugene O’Neill, Dorothy Parker, S.J. Perelman, Pablo Picasso, Cole Porter, Andy Warhol, Gore Vidal; Prod.: Margaret Bodde, Graydon Carter, Fran Lebowitz, Martin Scorsese per HBO; Pri. pro.: 22 novembre 2010 – HDCam.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

“Mi sono sentita chiedere troppo spesso per il mio conforto morale se ero figlia unica
Fran Lebowit

Intelligente, brillante e divertente, Fran Lebowitz entrò nell’ambiente letterario di New York all’inizio degli anni Settanta quando, ancora sconosciuta, si vide affidare da Andy Warhol una rubrica sulla rivista “Interview”. Oggi è un’autrice acclamata con schiere di fan che adorano il suo umorismo caustico. Questo lungometraggio intreccia monologhi estemporanei di Fran Lebowitz e filmati d’archivio. Il risultato è un ritratto della sardonica visione del mondo e delle esperienze di Fran.
Diretto da Scorsese con lo stile vigoroso e inimitabile dei primi documentari Italianamerican e American Boy, Public Speaking ritrae l’autrice in conversazione con il regista al Waverly Inn di New York, in una discussione sul palcoscenico con l’amica di lunga data e celebrata scrittrice Toni Morrison e per le strade di New York. Lebowitz si esprime su questioni controverse come il genere, la razza e i diritti degli omosessuali e racconta le proprie idiosincrasie, come la cultura della celebrità, il divieto di fumare, i turisti e i passeggini. Il genere sessuale, dice, è “un gran colpo di fortuna”. E aggiunge: “Qualsiasi maschio eterosessuale bianco e non ebreo che non sia Presidente degli Stati Uniti è un fallito”. Riflettendo sull’elezione di Barack Obama, definisce il razzismo una “fantasia di superiorità” e aggiunge: “le fantasie finiscono, sai. Probabilmente non in questo caso, però potrebbe accadere”. A proposito dell’invecchiamento, Lebowitz dice: “A un certo punto, la foto peggiore di te a venticinque anni è meglio della foto migliore di te a quarantacinque”. Sulla sua amata città: “New York non era migliore [negli anni Settanta] per via della criminalità. Era migliore perché era meno cara”. Nella sua eclettica carriera Lebowitz ha scritto per “Interview” e “Mademoiselle” e collaborato con “Vanity Fair”. È anche autrice di due fortunate raccolte di saggi, Metropolitan Life (1978) e Social Studies (1981), e del libro per bambini Mr. Chas and Lisa Sue Meet the Pandas (1994).

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