Prima Della Rivoluzione
Sog.: B. Bertolucci; Scen.: B. Bertolucci, Gianni Amico, Da Un Soggetto Di B. Bertolucci; F.: Aldo Scavarda; Op.: Camillo Bazzoni; Ass.Op.: Vittorio Storaro; M.: Roberto Perpignani; Cost.: Federico Forquet; Trucco: Michele Trimarchi; Mu.: Ennio Morricone, Gino Paoli, Leandro Gato Barbieri, Brani Da “Macbeth” Di Giuseppe Verdi; Ass.R.: Gianni Amico; Int.: Francesco Barilli (Fabrizio), Adriana Asti (Gina), Allen Midgette (Agostino), Morando Morandini (Cesare), Cristina Pariset (Clelia), Gianni Amico (Cinefilo), Cecrope Barilli (Puck), Goliardo Padova (Pittore), Guido Fanti (Enore), Evelina Alpi (Bambina), Salvatore Enrico (Sacrestano), Emilia Borghi (La Madre Di Fabrizio), Antonio Maghenzani (Il Fratello Di Fabrizio), Domenico Alpi (Il Padre), Iole Lunardi (La Nonna Di Fabrizio), Ida Pellegri (La Madre Di Clelia); Prod.: Mario Bernocchi Per Iride Cinematografica; 35mm. D.: 115’. Bn.
Scheda Film
Il restauro di Prima della rivoluzione è stato effettuato a partire dal negativo scena e il negativo colonna originali del 1964. L’alternarsi di sequenze in bianco e nero con brevi scene a colori ha richiesto due iter separati di restauro dell’immagine condotti presso laboratori diversi. La quattro brevi inquadrature a colori hanno richiesto un intervento di restauro digitale eseguito presso Digital Film Lab. Di non minor importanza è stato l’intervento eseguito sul suono mono, condotto presso Lobster Films (Parigi) e Studio Sound (Roma), e conclusosi con la masterizzazione della nuova colonna in Dolby SR.
Il ricordo di Prima della rivoluzione è proprio quello di colui che sognando desidera sognare. È considerato un pochino il manifesto del cinema giovane. In effetti eravamo giovanissimi nel ’63 quando l’abbiamo girato; nel ’64 l’abbiamo montato. Avevamo anche tutto quello che è il tormento e l’estasi del cinema d’autore, dell’autorialità. Il film è stato fatto in un’Italia che è uscita dallo shock degli anni Sessanta, dallo shock dei morti di Reggio Emilia, lo shock della rivoluzione genovese, dei portuali che occupano il centro della città. Quindi è un’Italia piena di energia politica, un’Italia che reagisce, è un’Italia nella quale il personaggio di Fabrizio, quindi in qualche modo moi-même, trova che il partito guida, quindi il partito di classe, abbia rinunciato al ruolo… utopico-rivoluzionario, e c’è un’insoddisfazione, un’amarezza che è quella che troveremo poi nei movimenti del Sessantotto.
Ho capito solo molto tempo dopo che Prima della rivoluzione era un mio modo di fare i conti con la città di mio padre, Parma, espropriandola a mio padre, facendo mie molte cose che appartenevano a lui, a partire dalla città ma anche da figure che, incontrate da me ancora in età adolescente, erano diventate un pochino mitiche e sono figure che si ritroveranno in film successivi.
Bernardo Bertolucci, intervista di Giuseppe Bertolucci e Tatti San- guineti, in “Cinegrafie”, 17, 2004