Poslednij Attrakcion
[L’ultima attrazione] T. int.: The Last Attraction. T. alt.: Agitfurgon. Sog.: da un racconto di Marietta Šaginjan. Scen.: Viktor Šklovskij. F.: Aleksej Solodkov. Scgf.: Aleksej Utkin. Int.: Naum Rogožin (Klim, direttore di un circo itinerante), Elena Maksimova (Polly, ballerina, sua moglie), Raisa Pužnaja (Maša, equilibrista), A. Sašin (Serge, equilibrista), Leonid Jurenev (Vanečka, acrobata), Ivan Bykov (Kurapov, agitatore politico) Prod.: Sovkino. Pri. pro.: 9 settembre 1929. 35mm. L.: 2041 m. D.: 79’ a 20 f/s. Bn.
Scheda Film
Nel fondo manoscritti del Gosfilmofond sono conservate le diverse versioni del soggetto firmate da Viktor Šklovskij, le sceneggiature del film, la trascrizione delle discussioni con colleghi e dirigenti dello studio, le valutazioni espresse dai critici. Se ne ricava che per lo sviluppo del soggetto Šklovskij si ispirò non solo al racconto di Marietta Šaginjan ma anche al romanzo di Furmanov Cˇapaev, del quale già nel 1927 aveva intuito la dimensione cinematografica. Nella prima stesura del soggetto intitolato Agitfurgon, Ochlopkov (in seguito ribattezzato Kurapov), poeta oltre che commissario politico, cerca di mettere ordine nella vita del circo con l’aiuto di diagrammi, regole e opuscoli risibili. Caduto però in mano ai bianchi, dà prova di eroismo e si trasforma da oggetto di irrisione a idolo dei saltimbanchi. La scena della sua liberazione con l’aiuto degli equilibristi e degli animali del circo è descritta in maniera così emozionante e ingegnosa che il passaggio dei cosacchi bianchi dalla parte dei bolscevichi al grido di “Gente allegra, siamo con voi!” non appare assurdo ma convincente, e nello studio si parlò del film come di un nuovo Krasnye D’javoljata (I diavoletti rossi), in grado di battere il successo del film di Ivan Perestiani. Sergej Jutkevicˇ definì la sceneggiatura di Šklovskij “notevole per materiale e sviluppo” e “credibile e umana malgrado l’eccentricità”, proponendosi come regista (“vi prego caldamente di assicurarmi l’incarico”); il regista già scelto dalla direzione dello studio era però Abraham Room, che insisteva perché il soggetto scritto da Šklovskij per lui personalmente fosse accettato senza cambiamenti, con la promessa di tener conto di tutti i suggerimenti possibili durante le riprese. I principali critici dell’epoca (Valentin Turkin, Chrisanf Chersonskij) appoggiarono energicamente la sceneggiatura di Šklovskij, mentre Ippolit Sokolov espresse caute preoccupazioni per la censura, dato che l’agitfurgon (il furgone agit-prop in cui veniva trasformato il carrozzone del film) ricordava troppo da vicino le istituzioni sovietiche. Le preoccupazioni non erano infondate: Pavel Bljachin, dirigente della Sovkino (autore, tra l’altro, del racconto I diavoletti rossi e coautore della sceneggiatura del film di Perestiani), chiese interventi drastici sulla sceneggiatura e pretese che a Šklovskij fosse affiancato “uno sceneggiatore capace di costruire un intreccio”. L’intreccio proposto dal compagno Bljachin corrisponde alla versione della sceneggiatura di Preobraženskaja e Pravov, anch’essa conservata negli archivi del Gosfilmofond. Ai due fu infine affidata la direzione del film (non furono invece accreditati come sceneggiatori). L’ultima attrazione riscosse un certo successo e rimase a lungo in programmazione. Secondo la critica, il film univa “l’idillio di Pierrot e Colombina” della parte iniziale al “lubok d’avventura” [il lubok era la stampa popolare russa] della seconda parte. Tutti apprezzarono le interpretazioni degli attori, dai più maturi Rogožin e Jurenev ai giovani Bykov, Sašin e Maksimova. Fu particolarmente lodata Raisa Pužnaja. Tuttavia, la travagliata storia della realizzazione di L’ultima attrazione ci fa capire che il film, che pure è un buon film, avrebbe potuto essere un capolavoro.
Natal’ja Nusinova