PopioŁy
[Ceneri] T. int.: The Ashes. Sog.: dall’omonimo romanzo di Stefan Żeromski. Scen: Aleksander Ścibor-Rylski. F.: Jerzy Lipman. M.: Halina Nawrocka. Scgf.: Anatol Radzinowicz. Mus.: Andrzej Markowski. Int.: Daniel Olbrychski (Rafal Olbromski), Boguslaw Kierc (Krzysztof Cedro), Piotr Wysocki (Jan Gintult), Beata Tyszkiewicz (principessa Elżbieta), Pola Raksa (Helena de With), Władyslaw Hańcza (il padre di Raal), Jan Świderski (generale Sokolnicki), Jan Koecher (generale de With), Janusz Zakrzeński (Napoleone Bonaparte). Prod.: Zespół Filmowy Rytm
35 mm. D.: 169′. Bn.
Scheda Film
Questo viaggio di quasi quattro ore nelle guerre napoleoniche – epoca cruciale per la storia polacca – che si apre con la Mazurka di Dąbrowski (l’inno nazionale polacco) cantata dai soldati in marcia sulle coste italiane e si chiude nella gelida tundra russa, è probabilmente il più emozionante dei kolossal polacchi realizzati negli anni Sessanta. Tratto da un romanzo di Stefan Żeromski, il film si concentra sulle avventure romantiche e militari di un giovane e irrequieto aristocratico (Daniel Olbrychski) nel clima apocalittico che contraddistinse l’alba del XIX secolo.
Negli anni Cinquanta e Sessanta il personaggio archetipico del cinema polacco era l”eroe futile’, il quale nella sua lotta contro i mulini a vento adombrava la storia di un’intera nazione incapace di prendere in mano il proprio destino. Il protagonista interpretato da Olbrychski in Popioły esemplifica al meglio questa visione. Il film fu molto discusso perché ampliava questa autorappresentazione attribuendole proporzioni epiche; il simbolismo profondamente nazionale impiegato da Wajda sembrava perfino suggerire che la Polonia non aveva alternative.
Comunque si giudichi l’aspetto storico-filosofico del film, appare indiscutibile la forza del febbrile caleidoscopio con cui Wajda – lavorando qui con un budget superiore a quelli di tutti gli altri suoi film messi insieme – raffigura un’epoca che soffocò ancora una volta l’idealismo e la speranza di un futuro migliore. Come dimenticare le macabre sequenze in cui un glorioso battaglione polacco si trasforma in Spagna in un gruppo di tagliagole, o il momento allucinatorio in cui un Napoleone messianico si erge solitario di fronte a centinaia di soldati feriti? Popioły è ben più di un’ennesima versione di Guerra e pace: è la tomba cinematografica del Romanticismo. Lo splendore visivo del film è merito di Jerzy Lipman, uno dei migliori di Popioły rettori della fotografia del suo paese (I dannati di Varsavia, Lotna, Il coltello nell’acqua).
Petteri Kalliomäki