Ongaku Eiga: Hyakumannin No Gassho
T. int.: Chorus of One Million Voices. Sog.: P.C.L. Bungeibu. Scen.: Yoshio Yamana, Atsuo Tomioka. F.: Eiji Tsuburaya. Scgf.: Kenkichi Yoshida. Mus.: Nobuo Iida. Su.: Masaru Mibu. Int.: Nobue Fushimi (Haruko), Shizue Natsukawa (Yoshiko Aoki), Tamaki Tokuyama (Tayama), Shin Date (Minami), Sachiko Kitahara (la sorella di Haruko), Ranko Sawa, Urara Shiba. Prod.: J.O. Studio. 35mm. D.: 59′. Bn.
Scheda Film
Fondato nel 1933 a Kyoto da Yoshio Osawa, come la P.C.L. il J.O. Studio si proponeva di sfruttare la nuova tecnologia sonora e in particolare il sistema di registrazione americano Jenkins, i cui diritti erano stati acquistati da Osawa. Lo studio si sarebbe poi fuso con la P.C.L. a formare la Toho. Oggi è disponibile solo un numero ridotto di film prodotti dallo studio, e questa è una rara occasione per conoscere la produzione di una compagnia versatile che spaziò dai film in costume ai melodrammi contemporanei e ai musical. Vivace esempio di quest’ultimo genere, Coro di un milione voci è un film esile ma incantevole, visivamente inventivo e caratterizzato da un’elegante tecnica di ripresa: tutti pregi che si sono conservati in questa copia di eccellente qualità. Ritrae bene l’ambiente parzialmente occidentalizzato della borghesia giapponese degli anni Trenta ed evoca, come il titolo suggerisce, il delinearsi di una nuova cultura di massa rappresentata dalla canzone popolare e dal cinema stesso. Liberamente ispirato allo stile del musical americano esemplificato da Paramount on Parade (1930), il film era una collaborazione tra la J.O. e la casa discografica Victor. Sembra essere l’unico film diretto da Atsuo Tomioka, che era stato aiuto regista di Heinosuke Gosho alla Shochiku, dove tra l’altro aveva lavorato a Madamu to nyobo (La vicina e la moglie, 1931), il primo vero successo del cinema sonoro giapponese (presentato a Bologna l’anno scorso). Tomioka fu poi produttore alla Toho. Il critico di “Kinema Junpo” commentò sprezzante: “è difficile trovare un film altrettanto incoerente”. Ciò nonostante, Coro di un milione voci si segnala per la grazia visiva e il fascino lieve.
Alexander Jacoby e Johan Nordström
La copia è stata prodotta da un duplicato negativo nitrato trasferito su pellicola non infiammabile. Gli elementi nitrati di questo e molti altri film confiscati dall'esercito di occupazione furono restituiti al Giappone dalla Library of Congress tra la fine degli anni Sessanta e gli anni Novanta