NOI VIVI – ADDIO KIRA!
Sog.: dal romanzo We the Living di Ayn Rand. Scen.: Corrado Alvaro, Anton Giulio Majano, Orio Vergani. F.: Giuseppe Caracciolo. M.: Eraldo da Roma. Scgf.: Andrea Beloborodoff, Giorgio Abkhasi, Amleto Bonetti. Mus.: Renzo Rossellini. Int.: Alida Valli (Kira Argounova), Fosco Giachetti (Andrei Taganov), Rossano Brazzi (Leo Kovalenski), Giovanni Grasso (Tishenko), Emilio Cigoli (Pavel Sierov), Annibale Betrone (Vassili Dunaev), Bianca Doria (Irina Dunaev), Gioia Collei (Acia Dunaev), Mario Pisu (Victor Dunaev), Raf Vallone (marinaio). Prod.: Franco Magli per Scalera, Era Film.DCP. D.: 190’. Bn.
Scheda Film
We the Living è la versione combinata di due film, Noi Vivi e Addio Kira, (1942), due pellicole tratte dal racconto semi-autobiografico dell’autore statunitense Ayn Rand, che non diede mai autorizzazione all’adattamento cinematografico, di cui probabilmente non era nemmeno a conoscenza.
I due film furono grandi successi al botteghino nel 1942 in Italia. Ciononostante, dal momento che emergevano dalle vicende narrate aspetti controversi riguardanti Benito Mussolini, il dittatore ne vietò la proiezione e decretò la distruzione delle copie. Alcuni di questi negativi, nascosti alle autorità, furono salvati.
Il luogo di conservazione delle copie è rimasto sconosciuto per trent’anni. Al loro ritrovamento, Rand autorizzò una versione di 2 ore e 53 minuti. We the Living è stato completamente restaurato nel 2022.
Noi vivi era un romanzo che proprio in quei mesi era uscito in Italia, scritto da Ayn Rand, scrittrice americana di origine russa. Era un libroche aveva questo sfondo interessantissimo della rivoluzione russa e questi tre personaggi a mia opinione perfetti da un punto di vista cinematografico. Cioè questa ragazza appartenente a una famiglia agiata; il commissario serio e impegnato; e un giovane primo amoroso che era figlio di un ammiraglio. I due maschi così diversi, ma così interessanti comunque, e in mezzo a loro una giovane innamorata di uno per la sua bellezza, per il lato romantico, innamorata dell’altro, cioè del commissario, per la serietà da missionario che aveva nel vivere lasua vita politica. Erano personaggi accattivanti per qualsiasi pubblico medio. Tanto che il film ha avuto un successo che si poteva anche prevedere, ma mai al punto in cui è arrivato. Il film è stato presentato al festival di Venezia e durava quasi quattro ore, tre ore e cinquanta minuti. Devo dire che molto stranamente, e me ne sono molto compiaciuto, in quelle tre ore e cinquanta non si è alzato nessuno. Ed è statoaccolto con frenetici applausi. Noi vivi è stato diviso dopo in due parti, Noi vivi e Addio Kira.
Non s’è mai parlato di fare un film anticomunista. Scalera non mi ha mai chiesto di fare questo. Appariva agli occhi di qualsiasi lettore italiano che c’erano molte cose che potevano essere uguali alla situazione nostra. Cioè il fatto, per esempio, che uno non lavorava se non era iscritto; la famosa situazione, famosa dico nel romanzo e in chi ha visto il film, di Brazzi che, essendo figlio di un aristocratico cacciato via dal regime comunista, non aveva una posizione, non riusciva a lavorare e non si voleva iscrivere. Quindi erano situazioni un po’ simili aquelle che succedevano anche da noi. Per questo e per alcune altre analogie, Noi vivi è stato poi chiamato, non ufficialmente, il film delle gomitate al buio. Perché succedeva, e mi hanno raccontato parecchi episodi, che davanti a certe situazioni la gente si dava la gomitata nel buio.
Goffredo Alessandrini, L’avventurosa storia del cinema italiano. Da La canzone dell’amore a Senza pietà. Volume primo, Edizioni Cinetecadi Bologna, Bologna 2009
Da Duncan Scott Production