No Greater Glory
T. It.: I Ragazzi Della Via Paal; Sog.: Dal Romanzo “A Pàl-Utcai Fiùk” (I Ragazzi Della Via Paal) Di Ferenc Molnàr; Scen.: Jo Swerling; F.: Joseph H. August; Mo.: Viola Lawrence; Scgf.: Stephen Goossón; Mu.: Louis Silvers; Su.: Glenn Rominger; Int.: George P. Breakston (Erno Nemecsek), Frankie Darro (Feri Ats), Jackie Searl (Geréb), Jimmy Butler (Boka), Donald Haines (Csónakos), Rolf Ernest (Ferdie Pasztor), Julius Molnar (Henry Pasztor), Wesley Giraud (Kolnay), Lois Wilson (Madre Di Nemecsek), Beaudine Anderson (Csele), Bruce Line (Richter), Christian Rub (Vigilante), Samuel S. Hinds (Padre Di Geréb), Ralph Morgan (Andros Nemecsek, Il Padre), Egon Brecher (Rasz), Frank Reicher (Il Dottore), Tom Ricketts (Portiere), Christian Rub (Il Guardiano), Harvey Clark (Cliente), Howard Leeds, Basil Bookasta, Bob Wagner (“Camicie Rosse”), Eddie Buzzard, Douglas Greer (Ragazzi Della Via Paal); Prod.: Frank Borzage Per Columbia Pictures Corporation; Pri. Pro.: 4 Maggio 1934; 35mm. D.: 74′. Bn.
Scheda Film
“Borzage si ispira ad un altro testo di Ferenc Molnar (Liliom), il romanzo I ragazzi della via Paal (A Pàl-utcai fiuk), pubblicato a Budapest nel 1907. Si tratta di uno dei libri per ragazzi più popolari d’Ungheria, tradotto in innumerevoli lingue, trasposto sulle scene nel 1936 e 1954 e portato cinque volte sullo schermo. (…) È l’illustrazione dei sintomi dell’adolescenza che, all’origine, fece l’interesse pedagogico del romanzo di Molnàr (…). Ma dopo l’olocausto del 1914-18, l’epopea guerriera dei ragazzi di Pest assume una dimensione supplementare, perché rivela nolens volens i meccanismi della manipolazione che conduce al conflitto. Lo scopo di Borzage e di Swerling è quindi di dimostrare ‘la futilità della guerra, sia essa condotta dagli adulti come dai bambini’. È secondo questa intenzione eminentemente pacifista che il racconto di Molnar subisce due piccole distorsioni: Borzage gli aggiunge un prologo, e non fa morire Nemecsek a letto, ma sul ‘campo’ di battaglia (…). No Greater Glory racconta gli scontri fra due bande rivali di collegiali. Siamo lontani dalle guerre di hoodlums alle quali ci hanno abituati film come Blackboard Jungle, West Side Story o, più recentemente, Rumble Fish; i protagonisti non sono dei caratteriali asociali e perdigiorno che scaricano le loro frustrazioni in una violenza tanto gratuita quanto sanguinosa, ma dei bravi scolari, che, al contrario, aspirano ad imitare i ‘grandi’ scimmiottando con risibile applicazione la loro disciplina, le loro parole e i loro precetti. Riflettono i ‘valori’ dell’ideologia dominante, traducendo in miniatura gli antagonismi degli adulti. (…) C’è incontestabilmente nella descrizione del fanatismo che questi ragazzi smarriti applicano ai loro ‘giochi’ una volontà di critica. Ma Borzage rifiuta gli schemi facili. È sufficientemente sottile per ammettere la coesistenza, nell’animo infantile, di una certa combattività, di una legittima sete di eroismo e di virtù cavalleresche. Nell’avversità, anche immaginaria, a quei ragazzi succede di manifestare coraggio e generosità, abnegazione e lealtà. Il fucile non fa il fascista. È la perversione di queste qualità dovuta ad una educazione bellicista e nazionalista che conviene denunciare. Il film smaschera implicitamente l’arbitrarietà dei galloni, l’inanità della fraseologia di chi comanda (‘vincere o morire’), l’istinto gregario, il piacere nella sottomissione, l’idealizzazione cieca del capo”.
Hervé Dumont, Frank Borzage. Sarastro à Hollywood, Mazzotta- Cinémathèque Frangaise, Musée du Cinéma, Paris-Milano, 1993