NAPLES AU BAISER DE FEU

Serge Nadejdine (iniziato da Jacques Robert)

S.: dal romanzo di Auguste Bailly. F.: Murice e Gaston Chelle. In.: Gina Manès (Costanzella), Lilian Constanzini (Silvia d’Andia), Vera Kanchielova (Marquise d’Andia), Georges Charlia (Antonio Arcella), Gaston Modot (Pinatucchio). P.: Films Legrand, Paris. L: 1880 m. D.: 90’. col., 35mm

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Serge Nadejdine è uno dei tanti cineasti russi giunti in Francia dopo la rivoluzione. Della sua attività in patria non si sa quasi nulla: nato nel 1880, sarebbe stato attore ed anche regista di qualche film prima del 1917, ma il suo nome non risulta in alcun repertorio. Più certa è la sua attività di maestro di ballo e metteur en scene di alcuni spettacoli al teatro imperiale Alexander di Pietroburgo. In Francia girò quattro film, tra il 1924 e il 1925, poi il suo nome scomparve completamente. E mentre i film di molti suoi colleghi più noti e celebrati oggi sono da considerarsi perduti, i quattro di Nadejdine sono fortunamente giunti fino a noi e nelle condizioni migliori, dopo un accurato restauro della Cinémathèque Francaise. È quindi oggi possibile vedere come un russo abbia saputo adattare il dramma di Felix Pyat, Le chiffonnier de Paris, o dirigere il bravissimo Nicolas Rimsky sia nei panni dell’avvventuriero Lord Hampton in La cible che come lo stravagante Théodore ne L’heureuse mort.

Dei quattro film è in programma in questa rassegna Naples au baiser de feu, che Nadejdine è venuto a girare a Napoli nel 1924, portandosi dietro due attori la cui scelta appare perfetta: Gina Manès, nei panni della seducente Costanzella e il truculento Gastone Modot in quelli di un mendicante imbroglione.

Ed il film non ha nulla da invidiare alla produzione della Notari, di Rotondo o di Del Colle: Nadejdine porta la macchina da presa in una Napoli anni Venti in tutto il suo solare splendore e la sua tragica condizione sociale; da notare in una parte di scorcio Teresa Fusco, la “zi’ Teresa” del celebre ristorante del Borgo Marinari dove si svolgono varie scene.

Va detto che i film di Nadejdine vennero tutti, all’epoca, proiettati in Italia, La cible come Il bersaglio, Le chiffonnnier de Paris come Il delitto della Senna, L’heureuse mort divenne La morte gaia.

Naples au baiser de feu non superò l’esame alla censura: a settant’anni di distanza ripariamo al torto.

 

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