Nakinureta Haru No Onna Yo
[La donna che pianse in primavera] T. int.: The Lady Who Wept in Spring. Sog.: Shun Honma. Scen.: Mitsuru Suyama. F.: Taro Sasaki. M.: Norihiro Mizutani. Scgf.: Yoneichi Wakita. Mus.: Harutaka Shimada. Int.: Den Obinata (Kenji), Shigeru Ogura (Chuko), Ryuji Ishiyama (Kudo, il marinaio), Kenji Oyama (Guzuyasu), Yoshiko Okada (Ohama), Sachiko Murase (Oaki), Akiko Chihaya (Oyasu), Mitsuko Ichimura (Omitsu, sorella di Ohama), Tsuruko Kumoi (Otsuru), Shizue Hyodo (Oshizu), Akiko Shiraishi (Omei). Prod.: Shochiku
35mm. D.: 96′. Bn .
Scheda Film
Dopo averlo a lungo sottovalutato, l’Occidente sta finalmente dando a Hiroshi Shimizu il riconoscimento che merita, dedicandogli retrospettive, proiezioni nei festival e Dvd sottotitolati in inglese che valorizzano l’ampiezza e la profondità della sua opera. I titoli di Kaze no naka no kodomo (Ragazzi nella bufera, 1937) e Kodomo no shiki (Le quattro stagioni dei bambini, 1939) alludono all’interesse centrale per l’infanzia di un regista che sapeva dirigere magistralmente i giovanissimi attori: Sadao Yamane scrive che “i film di Shimizu Hiroshi rivelano lo splendore della vita, rappresentato dallo spettacolo dei bambini in tutta la loro spontaneità”. Ma nella produzione di Shimizu non mancano risvolti molto più cupi: Wong Ain-Ling ha osservato l'”affinità [del regista] con i diseredati”, il suo interesse per i vagabondi e le donne perdute. Negli anni Trenta, film come Arigato-san (Il signor Grazie, 1936) e Koi mo wasurete (Dimentica l’amore per adesso, 1937) ricorrevano a intrecci comici e melodrammatici per affrontare le questioni politiche e so- ciali dell’epoca.
La donna che pianse in primavera è il primo sonoro di Shimizu, e ci risulta che non sia mai stato proiettato in Occidente. Melodramma sulla storia d’amore tra una girovaga e un minatore, è ambientato a Hokkaido, l’isola più settentrionale del Giappone, dove fu in parte girato. A detta dei colleghi, Shimizu si trovava a proprio agio nelle zone rurali della penisola di Izu, a sud di Tokyo, e detestava la lontana Hokkaido. Ciò nonostante, seppe sfruttare bene i paesaggi innevati ponendoli sapientemente in contrasto con gli interni (insolitamente numerosi per un regista che preferiva girare in esterni), dove sperimentò con l’uso delle ombre. Shimizu fece di tutto per valorizzare le potenzialità del sonoro con l’inserimento di canzoni nel racconto. La donna che pianse in primavera ricevette recensioni contrastanti, ma Yasujiro Ozu disse che proprio questo film lo aveva spinto a cimentarsi con il sonoro, con quello che sarebbe diventato Figlio unico.