MANTRAP
F.: James Howe. Sc.: Adelaide Heilbron, Ethel Dorothy. In.: Ernest Torrence (Joe Easter), Clara Bow (Alverna), Percy Marmont (Ralph Prescott), Eugene Pallette (E. Wesson Woodbury), Tom Kennedy (Curly Evans), Josephine Crowell (Sig.ra McGavity), William Orlamond (Sig. McGavity), Charles Stevens (Lawrence Jackfish), Miss Du Pont (Sig.ra Barker), Charlot Bird (lo stenografo). P.: Famous Players-Lasky. 35mm. L.: 1769m. D.: 78’ a 20 f/s.
Scheda Film
(Clara Gordon Bow. New York 29/07/1905 – Los Angeles 27/09/1965). A sedici anni Clara partecipò ad un concorso fotografico bandito da una rivista cinematografica: non lo vinse, però ebbe un premio di consolazione: venne invitata a partecipare al film Beyond the Rainbow (1922). Nei film successivi, le vennero dati ruoli sempre più importanti ed in particolare, grazie alla sua vivacità, le furono attribuite particine piccanti: una danzatrice scatenata (Enemies of Women, 1923), una studentessa che seduce un professore (Daughters of Leisure), la pupa di un gangster (Wine, 1924). Ottiene il ruolo di protagonista in Black Oxen (1924), diretta da Frank Lloyd. In questa curiosa storia di una donna anziana che, grazie alla chirurgia plastica, ridiventa una ventenne e si scatena in un indiavolato Charleston, Clara dà già a vedere lo stereotipo della “flapper”, personaggio che le darà la fama. Dopo essere apparsa in Kiss me Again (1925) di Lubitsch nel ruolo di una stenografa francese, e The plastic Age (1925) di Wesley Ruggles, ove interpreta una pruriginosa collegiale, accetta di partecipare ad una serie di film dove appare come la tipica figlia della “Jazz age”, quali Dancing mothers e Mantrap (amb.1926). Ma il film che la consacra definitivamente come “flapper” è It (1927). Con questo personaggio, libero da remore e dai tabù del passato, si identificherà un’intera generazione di donne. In questo film-manifesto, Clara dimostra davvero di possedere l’“It”, quel certo ‘non so che’ di magnetico che attrae l’altro sesso. Subito dopo It, che conoscerà un successo planetario, Clara interpretò Wings e Children of Divorce (amb. 1927) solo per amore di Gary Cooper, infischiandosi del miscast; in quegli anni lavorò incessantemente – 14 film nel 1925, 8 nel 1926, 6 nel 1927 – in ruoli di manicure, commessa, dattilografa, cameriera, ballerina, studentessa, comunque sempre legata al modello della “It-girl”, con i suoi capelli rossi, gli occhi nerissimi ed il corpo generosamente esibito. Le cronache scandalistiche ebbero ampio materiale dal quale attingere, sulla vita disordinata condotta dall’attrice negli anni successivi. Ritiratasi agli inizi del sonoro, il resto della sua vita si è svolto tra i ricoveri in casa di cura e lunghi periodi di riposo nel suo ranch. Un triste epilogo di inazione per una donna che aveva sempre rappresentato l’esuberante dinamismo della gioventù.
Vittorio Martinelli
Fleming girò come operatore molti dei film di Fairbanks, poi ne diresse due e si trasferì alla Paramount. Nel 1924 una relazione con Norma Shearer pubblicizzò la sua abilità sessuale ma, quando girò Mantrap ed incontrò Clara, Fleming era più concentrato sulla sua carriera che sulla sua capacità di conquistatore, e anche se la sua sensibilità raramente emergeva nella persona, era sempre più evidente nei film (…). La compagnia di Mantrap girò gli interni nei malandati studios Paramount di Vine Street, poi si spostò a Lake Arrowhead per gli esterni. Anche se Fleming era legato all’attrice Alice White e Clara era concentrata sul suo ruolo, non ci volle molto perché la vita imitasse l’arte. Fleming era troppo gentleman per rivelarlo, ma l’attrezzista Billy Kaplan “sapeva che stava succedendo qualcosa fra loro due, anche se Vic aveva ancora Alice White. Si poteva capire che c’era una relazione là sotto.” L’assenza di clausole morali nel suo contratto indusse la Paramount a cercare una sostituta, e le preoccupazioni erano comprensibili. “Potrebbe flirtare con un orso grizzly,” scrisse il New York Times a proposito di Clara in Mantrap, e come la Paramount sapeva bene, le sue provocazioni sessuali non erano limitate ai suoi ruoli sullo schermo. Un mese prima aveva festeggiato il suo ventunesimo compleanno, e già il suo nome era pubblicamente legato a Roland e Savage, mentre la sua relazione con Fleming era ben conosciuta a Hollywood. Se qualcuno aveva bisogno di una clausola morale, era proprio Clara. Ironicamente, era l’unica star della Paramount a non averne una.
David Stenn, Clara Bow runnin’ wild, New York, Doubleday, 1988