Man Of The West
T. It.: Dove La Terra Scotta; Sog.: Tratto Dal Romanzo “The Border Jumpers” Di Will C. Brown; Scen.: Reginald Rose; F.: Ernest Haller; Mo.: Richard Heermance; Scgf.: Edward Boyle; Mu.: Leigh Harline; Su.: Jack Solomon; Int.: Gary Cooper (Link Jones), Julie London (Billie Ellis), Lee J. Cobb (Dock Tobin), Arthur O’connell (Sam Beasley), Jack Lord (Coaley), John Dehner (Claude), Royal Dano (Trout), Robert J. Wilke (Ponch); Prod.: Walter Mirisch Co. Per United Artists; Pri. Pro.: Los Angeles, 12 Settembre 1958 35mm. D.: 100’. Col.
Scheda Film
Man of the West potrebbe essere considerato il miglior western di Anthony Mann, se non addirittura uno dei più grandi film americani. Come in The Man from Laramie, il soggetto si avvicina al confronto diretto con Shakespeare che il regista aveva sempre sognato. I temi trattati in questo film quasi astratto e stilizzato sono incredibili: la maturità, il rapporto immaginario tra padre e figlio, la scoperta della dignità e dell’identità, il feudo della famiglia, l’idea della famiglia come compensazione (con il furto sociale come principio dominante), gli impulsi umani nascosti e distruttivi, il senso della perdita e la pura follia. Nel 1959 Jean-Luc Godard scrive uno splendido articolo intitolato Mann of the West: “L’originalità di Anthony Mann è rappresentata dalla capacità di arricchire semplificando al massimo. Appena compare, Gary Cooper è inquadrato con un piano americano. Attraversa quasi tutto il campo per guardare la città deserta e poi – invece di un controcampo della città seguito da un’inquadratura del viso di Gary Cooper che osserva – una carrellata laterale inquadra Gary Cooper che immobile fissa la città deserta. La genialità sta nella partenza del carrello dopo che Gary Cooper si sposta, perché è questa dislocazione nel tempo che permette una simultaneità spaziale: in un colpo solo abbiamo sia il mistero della città deserta, sia lo sgomento di Gary Cooper davanti a quel mistero. Con Anthony Mann ogni inquadratura comprende sia l’analisi che la sintesi o, come ha notato Luc Moullet, sia l’istintivo che il premeditato.” Godard conclude l’articolo con la celebre frase: “In Man of the West il volto amorfo di Gary Cooper appartiene al mondo minerale: un’altra prova che Anthony Mann ritorna alle verità primordiali.”
Peter von Bagh