Lo sconosciuto di SanMarino

Michal Waszinsky, Vittorio Cottafavi (co-regia non accreditata e regia seconda unità)

Sog.: Cesare Zavattini; Scen.: Vittorio Cottafavi, Giulio Morelli, Cesare Zavattini; F.: Arturo Gallea (Ferrania Pancro C. 6); Mo.: Serandrei; Scgf.: Boris Bilinski; Mu.: Giuliano Conte, Alessandro Cicognini; Su.: Ennio Sensi; Int.: Vittorio De Sica (l’ateo), Anna Magnani (la prostituta), Aurel M. Milloss (lo sconosciuto), Maria Renata Bogdanska, Antonio Gandusio (il parroco), Irma Gramatica, Franca Belli, Giuseppe Porelli, Fausto Guerzoni, Furlanetto, Fadoriga Andrejewska; Prod.: Gian Paolo Bigazzi per Film Gamma; Pri. pro.: 16 gennaio 1948. 35mm. L.: 2342 m. D.: 85’.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Durante la guerra, la neutrale San Marino accoglie masse di profughi. Non si sa più dove metterli, tanti sono. Il prete (Antonio Gandusio), in prima linea nelle operazioni di alloggio, è in aperto conflitto con l’ateo e vegetariano Vittorio De Sica, che rifiuta di aprire la sua ampia casa ai senzatetto. La rivalità tra i due ha strascichi anche domestici: De Sica, dopo aver sorpreso la moglie a confabulare col prete, ha traslocato d’imperio dalla camera nuziale. Tra i nuovi profughi giunge un tizio allampanato (Aurel M. Miloss, lo Sconosciuto del titolo), che ha completamente perso la memoria e si aggira spandendo bontà francescana, riuscendo anche a rappacificare la “Romana” (Anna Magnani), l’unica prostituta della Repubblica, coi paesani e con se stessa. Il prete arriva a credere che sia un nuovo Messia. De Sica, vedendolo opporsi alla macellazione di un vitello, lo accoglie in casa, cedendogli il suo letto (e la moglie, raggiante, estirpa i crocifissi dalla camera nuziale per non distrarre il consorte dagli agognati doveri coniugali). Ma dentro la testa dello Sconosciuto c’è un mistero, che lo spinge ad attraversare miracolosamente indenne il campo minato che assedia San Marino e a unirsi a una compagnia di varietà polacca. La cantante del gruppo riceverà un telegramma: la sua famiglia, a Varsavia, è stata trucidata dai nazisti. La testa dello Sconosciuto comincia a snebbiarsi, e il segreto dormiente si rivela terribile. Il film, come si può intuire anche dalle righe sopra, è a dir poco bizzarro: mescola il dolore e il rimorso del film bellico con la gaiezza della commedia, la concretezza delle masse allo sbando e delle mine che esplodono con un’allegoria misticheggiante che si tinge di sarcasmo. C’è carne al fuoco per almeno cinque film diversi. Inoltre, cosa rara, ci dice che l’Italia l’hanno liberata anche i polacchi. Zavattini, alla sceneggiatura con Giulio Morelli e Cottafavi (che pare, ma non è accreditato, abbia anche collaborato alla regia), accantona il pedinamento e propone una sorprendente declinazione della figura, a lui cara, del Buono.

Andrea Meneghelli

Copia proveniente da

Restaurato nel 2009 presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata dal negativo scena originale e da un negativo suono mezza banda.