L’IMPOSSIBILITÀ DI RECITARE ELETTRA OGGI
F.: Mario Chiari. Int.: Róska, Dominique, Manrico, Corrado Costa. Prod.: Il collettivo di Fabbrico. DCP. D.: 107’
Scheda Film
L’impossibilità di recitare Elettra oggi è un diamante grezzo, come il suo propulsore principale, Marc’O, sfuggito alle storie e alle cronache del cinema, anche a quelle che hanno cercato di raccontare la produzione sregolata (sperimentale, amatoriale, militante…) di quei film che a cavallo del ’68 hanno portato avanti pratiche e poetiche fuori dai canoni in voga.
Il gruppo di persone che lo ha realizzato converge nella campagna emiliana a seguito dell’occupazione del Teatro municipale di Reggio Emilia da parte della popolazione locale, in difesa di uno spettacolo messo in scena da Marc’O interdetto dalla prefettura: Marc’O, produttore di Traité de bave et d’eternité di Isidore Isou, agitatore, inventore teatrale, poeta e cineasta (nel 1954 il suo primo film – un esperimento lettrista – viene presentato a Cannes da Cocteau e Buñuel), riunisce in un casale vicino a Fabbrico Dominique Issermann, fotografa, Róska, vulcanica artista islandese, e Manrico Pavolettoni, artista romano. Corrado Costa, poeta della neoavanguardia, entra ed esce dal film, come uno dei suoi versi saltimbanchi.
La storia di Elettra parte da lontano, da un incontro avvenuto a Londra tra Marc’O e Daniel Cohn-Bendit e Jean-Luc Godard, che gli propongono di partecipare alla realizzazione del film Vento dell’est. Marc’O accetta, inizia a girare alcune scene in Italia, ma divergenze con i due lo spingono ad abbandonare il progetto. Utilizzerà i soldi datigli da Cohn-Bendit per realizzare Elettra, che è un film piuttosto inaudito, una variante del “cinema nucleare” teorizzato da Marc’O vent’anni prima, la liberazione definitiva dal sistema che gli aveva permesso nel 1967 di girare Les Idoles, cupio dissolvi sulla società dello spettacolo disintegrato, amatissimo da Jacques Rivette che proprio in quel film scoprì una delle sue attrici feticcio, Bulle Ogier.
Donatello Fumarola