L’HIRONDELLE ET LA MESANGE

André Antoine

Scen.: Gustave Grillet. F.: Rene Guychard. M.: Henri Colpi (1983). Int.: Louis Ravet (Pierre Van Groot), Pierre Alcover (Michel), Jane Maylianes (Griet Van Groot), Maguy Delyac (Marthe), Georges Denola (trafficante di diamanti). Prod.: S.C.A.G.L. DCP. D.: 78’ a 18 f/s. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

L’Hirondelle et la mesange fa parte di quei film mitici mai usciti in sala e dei quali si erano conservati soltanto i giornalieri. Giudicato troppo documentaristico dalla Pathé Consortium, che temeva un fiasco finanziario, il film fu proiettato solo a pochi iniziati durante una serata organizzata nel novembre del 1920 al Théâtre de la Gaîté e in seguito ai membri del Club français du cinéma il 5 giugno 1924. Il montaggio di Antoine non è mai stato ritrovato. Fu solo nella primavera del 1982 che riapparvero negli archivi della Cinémathèque française ventitré scatole contenenti ognuna 300 metri di negativi dei giornalieri, depositati nel 1942 da André Laporte, ex dipendente della Pathé-cinéma. La Cinémathèque si impegnò cosi nella post-produzione del film, affidando il montaggio dei giornalieri a Henri Colpi – montatore per Resnais e Varda e come regista vincitore della Palma d’oro a Cannes con il suo film d’esordio Une aussi longue absence –, più di sessant’anni dopo le riprese. Utilizzando la sceneggiatura originale e la lista di intertitoli di Antoine conservati presso il dipartimento di Arti dello spettacolo della Bibliothèque nationale de France, Colpi si cimentò in un caso limite nella storia del restauro, poiché la versione del film che oggi ci viene offerta può essere valutata solo facendo riferimento al suo lavoro del 1983. Tuttavia, non è solo il montaggio a essere moderno. Da ammirare sono le inquadrature di Antoine, la cura riservata al trattamento dello scenario naturale, la recitazione e le varie “notazioni insignificanti”, pause documentaristiche che il regista, fedele al proprio metodo naturalistico, inserì nel racconto. È anche possibile esaminare i giornalieri non utilizzati da Colpi per comprendere il metodo sperimentale di Antoine: il modo in cui dirigeva i suoi collaboratori, grazie alle immagini che lo mostrano insieme agli attori, al segretario di produzione o all’operatore; e le sue scelte di regia (inquadrature alternative, numero di riprese di una stessa inquadratura, prove di luce in teatro di posa). Nel 2012 la Cinémathèque française ha effettuato una scansione a 2K dell’interpositivo del restauro. I colori che erano stati introdotti da Colpi con il procedimento Desmet sono stati rilavorati in digitale da Digimage.

Manon Billaut

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