LE PARTI DES CHOSES: BARDOT ET GODARD

Jacques Rozier

T. alt.: Bardot et Godard. F.: Maurice Perrimond. M.: Jacques Rozier, Jean Collet. Mus.: Antoine Duhamel. Int.: Brigitte Bardot, Jean-Luc Godard, Michel Piccoli, Jack Palance, Fritz Lang. Prod.: Argos Films. DCP. D.: 8’. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Quando, nel 1963, Jacques Rozier filma il making del Disprezzo di Jean-Luc Godard, gira anche due corti complementari, Paparazzi e Le Parti des choses: Bardot et Godard. In quest’ultimo si accosta con maggior serietà all’atto creativo, rivela i compiti quotidiani dei tecnici, gli spostamenti degli attori, le prospettive del regista e racconta l’insieme, tutto sommato aleatorio, della lavorazione, determinata sovente da circostanze accidentali.
Bardot e Piccoli, che impersonano la coppia alla deriva, sensibile e fragile, prendono posizione, i direttori di scena sono indaffarati, gli addetti all’immagine e al suono si coordinano, l’uomo del ciak annuncia l’azione e Godard dirige con timore reverenziale Fritz Lang, “il vecchio capo indiano”, “il portavoce degli dei”, “colui che scruta gli uomini”, dirà la voce over, quella voce che, per tutto il film, sembra trasmettere il comune pensiero di Godard e di Rozier. Jacques Rozier, visibilmente affascinato da Fritz Lang e da Brigitte Bardot, è anche affascinato dall’amico Jean-Luc Godard. Con la sua camera, segue la camera di Godard: questa volta è lui il paparazzo che dà la caccia alla macchina cinema.
Se la componente aleatoria non è affatto estranea al cinema, e non è comunque estranea né al cinema di Godard né a quello di Rozier, è perché i loro film si nutrono costantemente di una riflessione sulla modernità e sulla necessità di pensare in un altro modo il mondo e la sua rappresentazione. Il corto Le Parti des choses: Bardot et Godard, specchio malizioso del pensiero di Jacques Rozier, è in qualche modo la sua descrizione della donna moderna: illogico, disarmante, misterioso, regale.

Hervé Pichard

Il piacere del viaggio e della vacanza, il motivo ricorrente dell’acqua e delle isole, il senso struggente della durata, l’inclinazione per i generi e gli attori popolari, l’ibridazione di documentario e fiction, l’improvvisazione e le inversioni di rotta sublimate a supreme qualità artistiche, segnano in maniera indelebile un cinema come questo, che procura come nessun altro la sensazione, insieme gioiosa e malinconica, della grazia dell’esistenza e della fragilità dell’istante. Paradossalmente, nulla è più in sintonia con il mondo, o nulla è più visionario, di un cinema così insulare, che arriva a cogliere l’essenziale procedendo a zigzag.
Jacques Mandelbaum, “Le Monde”, 1° settembre 2001

Copia proveniente da

Per concessione di Extérieur Nuit. Digitalizzato in 4K e restaurato in 2K da Jacques Rozier e da Cinémathèque française con il sostegno di CNC, Cinémathèque suisse, Archives audiovisuelles de Monaco e di Extérieur Nuit presso il laboratorio Hiventy a partire da un interpositivo e un negativo sonoro