LE MOUVEMENT CHEZ L’HOMME ET L’ANIMAL

Pierre Noguès

L.: 156m, D.: 9’, bn, 35mm

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

La nuova visione

L’occhio della macchina da presa crea una nuova meccanica della visione, inventa inedite prospettive dando così allo spettatore, all’occhio umano punti di vista fino ad allora mai immaginati, impossibili. La visione del cinema si fa diversa, allargata, potenziata rispetto a quella dello spettatore. Se il cinema nasce dalla necessità di analisi (Marey) più che di sintesi del movimento, la macchina da presa mostra la propria meravigliosa potenza proprio nella capacità di mostrare l’impossibile: ralenti, microfotografia, fotografia aerea traducono per l’occhio del pubblico immagini fino ad allora negate. Zeppelin angriff auf England dischiude la prospettiva aerea, propaganda della potenza della tecnologia, sia quella aviatoria che quella cinematografica; Les mouches o Le dytique didatticamente concedono “primi piani” impensati, così come Education physique etudiée au ralentisseur è un inno alla potenza del mezzo cinematografico, alla meraviglia delle sue potenzialità, che sorpassa largamente – e certamente così ha fatto anche in origine – l’interesse pseudo-scientifico delle riprese. La nuova immagine del mondo è anche, e soprattutto, una nuova visione del mondo, fino ad allora impossibile che rapidamente si impone ad un pubblico molto vasto.

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