LA STELLA DEL CINEMA
R.: Mario Almirante. S. e Sc.: Gian Bistolfi. F.: Anchise Brizzi, Gioacchino Gengarelli. M.: Pietro Sassoli. In.: Grazia Del Rio, Elio Steiner, Sandra Ravel, Fulvio Testi, Giuseppe Masi, Olga Capri, Turi Pandolfi. L. or.: 1935 mt. 35mm.
Scheda Film
Del passaggio dal muto al sonoro in Italia si pensava di conoscere ormai tutto: invece, ecco emergere dalla Cineteca Nazionale questo filmetto, documento straordinario sugli stabilimenti Cines, sulla rinascita industriale italiana, e scherzo mai puerile sul fare cinema.Fiorella èuna delle innumerevoli innamorate del cinematografo, ma le sue aspirazioni a divenire una diva dello schermo sono giustificate dal fatto che possiede una grande bellezza ed una grazia squisita. Per mezzo del suo amico Nerio, che agisce da comparsa in una casa cinematografica, ella riesce ad introdursi negli studi e, notata dal direttore artistico, èscritturata per essere la protagonista del film Venere moderna. la carriera della giovane èrapida quanto brillante: ella in breve diviene una stella di prima grandezza, mentre Nerio non sa darsi pace della distanza che la divide dalla sua amica, essendo egli rimasto al molo di modesta comparsa. Di più, la voce dei soliti maldicenti attribuisce la fortuna dell’attrice al sospetto che sia l’amante del direttore artistico: ciòinduce Nerio ad abbandonare l’attrice ed il cinematografo allo stesso tempo. Alla prima di Venere moderna, Nerio si reca e rimane affascinato dall’arte di colei che non ha cessato d’amare; alla fine dello spettacolo le invia un biglietto d’invito ad un appuntamento. Fiorella, che si èliberata dalla corte di ammiratori per ritornarsene a casa, sola con i suoi pensieri, accetta con entusiasmo l’invito di Nerio, che segna la rinascita del suo amore. Un argomento tutt’altro che nuovo allo schermo: infatti da sempre il cinematografo ha avuto una voglia capricciosa, di mostrarsi dal di dentro; come antica èla trovata di scoprire inaspettatamente una “stella”tra le pleiadi delle tante aspiranti alla fortuna. Il film, uno dei pochi prodotti in Italia nel 1931, ebbe una accoglienza critica contrastata. Enrico Roma (Cinema Illustrazione, 1.7.1931) trovòche “Almirante ha saputo creare gustosi quadretti, mostrando allo spettatore, come in una revue, lo stabilimento cinematografico in tutti i suoi aspetti e nel suo retroscena”. Non altrettanto pensa Achille Valdata (Kines, 28.6.1931), secondo il quale “il dietroscena del cinematografo non èquello che ci descrive la farsa cui abbiamo assistito: la vita di un grande stabilimento di produzione, nel quale ballano milioni, nonpuòriconoscersi attraverso lo spirito dei suoi direttori riuniti a banchetto o attraverso il vuoto cerebrale delle pur gioconde donnine in fregola d’amore”. Molto piùbenevolo èil corrispondente triestino de La Rivista Cinematografica(15.8.1931), il quale ritiene La stella del cinema“una collana di episodi a volta sentimentali, a volte comici, legati da un filo conduttore tenue e gentile, che tiene sempre vivo l’interesse del pubblico e, per di più, lo erudisce nei misteri della genesi del film sonoro”. Tutti peròsono concordi nel riconoscere a Grazia Del Rio, una attrice francese allora molto attiva in Italia, protagonista del film, squisita grazia femminile, una voce limpidissima ed un intuito artistico raffinato. (Vittorio Martinelli)