LA SIGNORINA CICLONE

Augusto Genina

S.: Lucio D’Ambra. Sc.: Lucio D’Ambra, Augusto Genina. F.: Carlo Montuori. Scgf.: Giulio Folchi. In.: Suzanne Armelle, Francesco Cacace, Paolo Wullmann, Franz Sala, Carlo Cattaneo, Sig.ra Romani. P.: Medusa-Film, Roma. L.O.: 1831 m. (pari a 97’).D.:30’. 35mm.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Dell’opera cinematografica di Lucio D’Ambra si era fino ad oggi salvato solo un film da lui diretto (L’illustre attrice cicala formica, 1920) e uno sceneggiato (La fine dell’amore, 1920, regia di Gian Bistolfi). Nel corso della preparazione del CINEMA RITROVATO 1991 abbiamo potuto localizzare altri tre film sceneggiati da D’Ambra, La chiamavano Cosetta, 1917, Effetti di luce, 1916, e i primi due rulli di La signorina Ciclone. Quest’ultimo, grazie alla generosa collaborazione del Service des archives du film (Bois d’Arcy) è stato affidato alle cure della Cineteca di Bologna che lo ha restaurato presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata.

Miss Fluffy Ruffles, ricchissima ereditiera americana, soprannominata La signorina ciclone per la sua temerarietà ed irruenza, se ne viene in Europa in cerca di un marito: e lo troverà in un giovane timido e riservato, esatto contrappunto alla sua intemperanza.

Questo, in grande linee, il soggetto che Lucio D’Ambra aveva scritto per la danzatrice franco-polacca Stacia Napierkowska, allora attiva in Italia e che la Film d’Arte Italiana, dove ne aveva combinate di tutti i colori, fu ben felice di cedere alla neonata Medusa-Film. Il caso volle che sin dal primo giorno la temperamentale primadonna avesse uno scontro con il regista Augusto Genina, il quale, senza pensarci due volte, la mise alla porta. A nulla valsero i tentativi di D’Ambra di metter pace tra i due: sia l’una che l’altro non vollero riconciliarsi e il personaggio venne allora affidato ad una giovane e sconosciuta attrice francese, Suzanne Armelle, protetta dal Marchese di Bugnano, proprietario della Medusa. Il che provocò a sua volta le proteste della prima attrice assoluta della Casa, Fernanda Negri-Pouget, la quale aveva accettato che La signorina Ciclone fosse interpretato dalla Napierkowska, tanto nomine; ma che ora un’ignota attricetta venisse preferita a lei, non le andava proprio giù. Bugnano incaricò Genina e D’Ambra di sedare le acque, ma anche questa volta non vi fu nulla da fare: la Negri-Pouget prese cappello e se ne andò, sbattendo la porta.

Tutta questa buriana potrebbe far pensare ad un film nato male e finito peggio: nient’affatto. La Armelle, che poi si perse in film senza storia, seppe essere pienamente all’altezza della situazione, sfoderando un brio, una vivacità, una spigliatezza davvero encomiabili. E La signorina Ciclone, di cui oggi sopravvive solo la prima metà, risultò una commedia spiritosa ed intelligente che divertì il pubblico e fece faville al botteghino.

Nel recensire il film, che raccolse una messe di lodi anche dai più severi critici, il corrispondente bolognese de “La vita cinematografica” rilevò che allo spettacolo serale del Cinema Medica assisteva anche Lyda Borelli, visibilmente divertita e, giudicando la film ottima sotto ogni rapporto, s’era volentieri unita nell’applauso corale del pubblico alla fine della proiezione.

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