LA NOTTE DEL 24 APRILE

In.: Thea, Ugo Piperno, Ninì Dinelli, Fulvia Perini, Amedeo Ciaffi, Ernesto Treves, Renzo Fabiani. P.: Celio/U.C.I., Roma, 1919.

info_outline
T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Nella giornata dedicata alle due grandi dive italiane IL CINEMA RITROVATO ha voluto ricordare anche un’imitatrice: Thea

A nemmeno vent’anni d’età, Teresa Termini, è già una affermata stella nell’effimero firmamento cinematografico italiano, con l’arcadico nome di Thea. Abitava a Roma dalle parti di San Giovanni e aveva preso a bazzicare sin da ragazzina quei capannoni di vetro che costituivano la prima Cines. Le era anche capitato di fare qualche comparsata, finché un giorno il regista Henrique Santos la propose come protagonista di un film intitolato Il segreto di Jack. Jack era uno scimmiotto ammaestrato che nel film avrebbe aiutato Thea a recuperare l’eredità sottrattagli da perfidi parenti.

Il film ebbe molto successo e la Cines, conscia di avere tra le mani una promettente stellina, nel film successivo la ricoprì di panni regali per La reginetta Isotta; poi la affidò a Mario Caserini che pensò di aver trovato in lei una nuova Lyda Borelli, cui la giovane attrice somigliava come una goccia d’acqua. Dopo un Capitan Fracassa di esangue respiro, la volle accanto a Ugo Piperno in Primerose, un rugiadoso feuilleton che, alla lontana, ritracciava le orme di Ma l’amor mio non muore…, che proprio Caserini aveva diretto sei anni prima con la Borelli. Pur se le recensioni furono impietose verso il film e addirittura sferzanti verso l’attrice, accusata di “borelleggiare”, Thea continuò imperterrita nel suo ruolo di “Ersatz”, ed il pubblico corse a vedere i suoi film, ove sembrava che la amata Lyda, convolata a nozze col conte Cini e ritiratasi dal cinema, continuasse a regalare dallo schermo la sua grazia rarefatta, la sua sensibilità cerebrale, il suo garbo ammaliante.

Nei due anni di attività (1919-20) – Thea si sposò appunto nel 1920 e abbandonò subito anche lei il cinema – questa attrice interpretò una decina di film, facendo rivivere sul telone la delicata mimica e, perché no, anche i manierismi del suo più celebre modello.

Il brano ritrovato al Nederland Filmmuseum è presumibilmente da La notte del 24 aprile, un film della “Celio”, di cui non è stato possibile reperire il nome del regista. Un dramma del genere poliziesco. È a tutt’oggi l’unico film sopravvissuto a testimonianza di questa attrice che ha brillato come una meteora, i cui riverberi si spensero assieme alla calante fortuna del nostro primo cinema.

(Vittorio Martinelli)