Kubanskie Kazaki

Ivan Pyr'ev

T. it.: I cosacchi del Kuban. T. int.: Cossacks of the Kuban. Scen.: Nikolaj Pogodin. F.: Valentin Pavlov. Mo.: Anna Kulganek. Scgf.: Jurij Pimenov, Georgij Turylev, Boris Cˇebotarëv.Mu.:IsaakDunaevskij(testidelle canzoni di Michail Vol’pin, Michail Isakovskij). Su.: Vjacˇeslav Lešcˇev. Int.: Marina Ladynina (Galina Peresvetova), Sergej Luk’janov (Gordej Voron), Vladimir Volodin (Anton Petrovicˇ Mudrecov), Aleksandr Chrylja (Denis Koren’), Sergej Blinnikov (Marko Dergac), Klara Lucˇko (Daša Šelest), Michail Pugovkin (contadino), Ekaterina Savinova (Ljubocˇka), Andrej Petrov (Vasja Tuzov). Prod.: Mosfil’m. Pri. pro.: 27 febbraio 1950 35mm. D.: 97’. 

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

La tesi di dottorato Post-Stalinist Cinema and the Russian Intelligentsia, 1953-1960 (2005) di Sergej Kapterev resta uno degli studi più acuti sul cinema sovietico del dopoguerra. Nonostante il titolo, contiene molto materiale anche sugli anni 1945-52. Ecco cosa vi si può leggere a proposito di La canzone della terra siberiana e I cosacchi del Kuban: “Secondo Barbara Klinger, il melodramma può diventare ‘un fondamentale barometro sociale della crisi ideologica […] grazie all’elevata espressività visiva, alle basi psicologiche e sociali della messinscena e al doppio livello di significato’. Queste caratteristiche possono essere applicate alle opere realizzate da Pyr’ev durante il tardo stalinismo: le fantasie di prosperità in La canzone della terra siberiana e in I cosacchi del Kuban nascondevano drammi personali causati dalla guerra, che venivano ‘casualmente’ rivelati da partiture in chiave minore e da allusioni verbali e visive alla solitudine e al rimpianto. Uno degli esempi più sorprendenti di questo melodramma nascosto e frammentario è una sequenza di I cosacchi del Kuban in cui la canzone dell’eroina (“Per tutta la guerra ti ho aspettato”) si trasforma in un mesto crescendo corale che introduce una scena in cui un gruppo di giovani donne canta a squarciagola: un’immagine simile a tante altre nell’Unione Sovietica alla fine degli anni Quaranta, con milioni di uomini che non tornarono dal fronte”. Descrizione perfetta.

 

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